Rimborsi pensioni: decreto al voto. Sperano ancora i Quota 96

Redazione 14/07/15
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Decreto pensioni, oggi tocca al Senato. Ancora poche ore e il provvedimento sui rimborsi sarà finalmente legge, con il via libera dell’aula di palazzo Madama, a ridosso della scadenza.

L’ok da parte della Camera dei deputati è arrivato lo scorso primo luglio, quando 310 voti a favore spedirono il testo che ripristina il minimo di indicizzazione sulle pensioni dritto al Senato per la ratifica conclusiva.

Ma c’è ancora chi spera di apportare in extremis alcune modifiche: è il MoVimento 5 Stelle che ha cercato, forse invano, di inserire nell’ordine del giorno della seduta odierna il punto sui Quota 96, ancora una volta dimenticati dalle riforme del governo.

Nonostante, infatti, molti docenti e dipendenti Ata costretti a rimanere in servizio per la dimenticanza nella legge Fornero siano in procinto di lasciare il lavoro per raggiungimento dei nuovi requisiti anagrafici e contributivi, alcuni di loro, se non interverrà una sanatoria a poche settimane dal via al nuovo anno scolastico, dovranno tornare al proprio posto in cattedra il primo settembre.

Eppure, sembra che le speranze suscitate dai senatori grillini siano destinate a svanire molto presto: il proclama arriva fuori tempo massimo, con il decreto che si avvia all’approvazione definitiva.

La data ultima del provvedimento è infatti fissata al 20 luglio prossimo, cioè a meno di una settimana da oggi: troppo rischioso per il governo azzardare un altro passaggio parlamentare entro questo weekend. Un’eventuale decadenza del decreto porterebbe conseguenze nefaste vista l’urgenza della materia a seguito della sentenza che ha dichiarato illegittimo lo stop all’indicizzazione delle pensioni definito sempre dalla “solita” legge Fornero a fine 2011.

Il primo agosto, infatti, con le erogazioni delle mensilità previdenziali ai pensionati che rientrano nella fascia dei mancati rimborsi, verrà erogata la famosa quota “una tantum” dei 500 euro. Nello specifico, saranno assegnati 750 euro fino a 1700 euro lordi di pensione, 450 per chi prende fino a 2000 euro e 278 euro per chi riceve fino a 2700 euro al mese.

In aggiunta, a partire dai mesi successivi, gli assegni subiranno un incremento progressivo fino a vedere ristabilita la quota di indicizzazione pari a 180 euro l’anno fino a 1700 euro di pensione, di 99 euro entro i 2200 euro e 60 euro annuali per chi prende fino a 2700 euro.

Tutte le indicazioni nella circolare Inps dedicata, segno che il piano rimborsi – seppur in forma molto ridotta alle attese – è davvero pronto a partire. Manca solo il voto del Senato. QUI TUTTE LE INDICAZIONI DELLA CIRCOLARE

QUI IL TESTO UFFICIALE

QUI IL DECRETO SPIEGATO ARTICOLO PER ARTICOLO

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