Pensioni e bonus: cosa aspettarsi dopo i rimborsi

Virgilio Conti 10/06/15
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In Italia le pensioni riscosse da coloro che hanno versato i contributi per trenta o quarant’anni sono anche chiamate retribuzioni differite in quanto frutto di versamenti effettuati dai lavoratori durante la loro carriera. E’ bene, per evitare confusione e fraintendimenti, distinguere dette pensioni “versate” dall’assegno sociale (ex “pensione sociale”), da quelle di solidarietà di vario genere e, soprattutto, da certi impopolari vitalizi; e sarebbe pure bene, oltreché opportuno e giusto, separarne le relative casse INPS.

 

Pensioni, vitalizi e assortiti profitti

Ci sono le pensioni d’oro immeritate, i vitalizi scaltramente acquisiti, le baby pensioni intramontabili, le pensioni di invalidità false, le pensioni doppie, triple o di più, le pensioni ai mafiosi, le pensioni incassate a nome dei morti; e ben resistono o proliferano gli stipendi gonfiati delle caste e di chi lavora nei Palazzi, entrate da fatture nere, le parcelle in nero di molti liberi professionisti, medici, artigiani e imprenditori, le infinite evasioni fiscali, la vergogna dei contributi silenti, … e ancora, ancora, profitti illeciti di ogni genere. Qualche esempio, tra gli innumerevoli, riguardanti lo scippo di contributi e stipendi

 

i contributi silenti sono quelli versati all’INPS dai lavoratori in misura non sufficiente a garantire il diritto alla pensione. In Italia, a differenza di molti paesi europei, questi contributi non danno diritto né alla pensione né alla restituzione da parte dell’istituto di previdenza. Ma la cosa ancora più assurda è che mentre questi contributi versati non sono né utilizzabili né recuperabili dai cittadini i parlamentari ed i consiglieri regionali possono riprendersi quanto versato. E’ successo poco tempo fa alla Regione Lombardia: undici consiglieri uscenti, fra i quali Renzo Bossi, hanno chiesto la restituzione dei contributi previdenziali versati. Per loro i contributi non sono di certo silenti.

un deputato ha detto: «Molti dipendenti della Camera continueranno a superare abbondantemente il famoso tetto dei 240 mila euro annui. Vale a dire che un commesso con qualche decina d’anni di servizio, guadagnerà ancora più del presidente del Consiglio dei ministri, più di un astronauta, di un primario di chirurgia oncologica o di un ingegnere … …Sono centinaia i protetti dalla politica, ridicolmente vestiti in livrea come dei camerieri, grottescamente remissivi e servizievoli con i cosiddetti onorevoli, che per questa loro mansuetudine bovina percepiscono buste paga da sogno senza avere alcuna competenza che le giustifichi. Anzi, i dipendenti della Camera sono assolutamente improduttivi».

dai giornali: il reddito dei barbieri e degli stenografi della Camera sono rispettivamente di 133mila e 245mila euro l’anno            

l’emolumento annuale del Presidente degli Stati Uniti d’America ammonta a 400.000 dollari più i benefits. Lo Stato della California, che vanta un prodotto interno lordo fra i più alti del mondo (settimo posto), concede al governatore, Arnold Schwarzenegger, 162.598 euro lordi l’anno, un poco più della metà di altri governatori statunitensi (88 mila euro circa).

I consiglieri delle assemblee legislative italiane superano abbondantemente queste cifre. In Sicilia, per esempio, le istituzioni sono molto più generose sia nei confronti dei deputati regionali, quanto verso i Presidente dell’Assemblea e della Regione. Antonio Stella, autore della Casta, riferisce che il presidente della Provincia autonoma di Bolzano Luis Durnwalder, porta a casa 320.496 euro lordi l’anno, circa 36.000 euro più del presidente degli Stati Uniti.        

 

Pensioni frutto di contributi versati

sono le pensioni “versate”, cioè quelle da reddito di lavoro dipendente, guadagnate versando i contributi per trenta o quarant’anni; quelle pensioni “versate”, ricordiamolo, continuano ad essere spremute, letteralmente saccheggiate dal fisco e da una politica che calpestando regole, leggi e norme crede di poter disattendere (e spesso ci riesce!) tutti quei diritti spettanti non già o soltanto perché acquisiti ma in quanto forieri di legalità e giustezza.

A favore di dette pensioni, bloccate o “congelate” qualche anno fa nella loro legittima ancorché esigua rivalutazione annua (perequazione o adeguamento ISTAT al costo della vita), si è recentemente espressa, come è noto, la Corte Costituzionale che ha stabilito con la sentenza 70/2015 di ripristinarne il meccanismo di rivalutazione ed ha ordinato la restituzione delle somme sottratte e/o non pagate.

Le pensioni “versate”, lo vogliamo ripetere, sono frutto di tanti anni di contributi versati dal lavoratore all’istituto previdenziale che oggi lo Stato, nella veste dell’INPS, ha il dovere, l’obbligo giuridico di restituire, garantendone l’integrità rispetto al periodico aumento del costo della vita e difendendone la legittima dignità rispetto a quelle di altri lavoratori e pensionati.

In difetto di rivalutazione questi redditi sono destinati a ridursi sempre più sia rispetto a quelli di altre categorie sia rispetto al potere di acquisto. E’ quanto sta succedendo da alcuni anni a tanti redditi da pensione e che oggi l’attuale Governo a seguito e per effetto del pronunciamento della Consulta vorrebbe “compensare” con l’annunciato “bonus” (detto anche “bonus Poletti”) di (massimo) 500 euro:

 

“Bonus Poletti”: è da considerarsi inadeguato

– nel nome che ingannevolmente suggerisce una gratifica o premio

– nella modalità una tantum, poiché non è assimilabile né all’omonimo premio bebè mensile di 80 euro né a quello, sempre mensile di 80 euro, elargito a favore dei lavoratori dipendenti

– nella cifra, poiché palesemente sproporzionato rispetto a quanto sottratto dalle paghe di due anni di reddito (2012-2013) e mancante in tutte quelle degli anni successivi.

 

Impoverimento della pensione

Vogliamo ricordare che

– secondo alcuni studi esiste il rischio che il blocco/riduzione della perequazione protratto e/o reiterato per alcuni anni può determinare un abbattimento importante del potere di acquisto delle pensioni medesime

– e che i pensionati già contribuiscono fiscalmente per un terzo delle entrate totali.

 

La morsa del fisco

e, appunto, per quanto riguarda la pressione fiscale si consideri che le pensioni italiane sono le più tartassate d’Europa: un nostro pensionato medio (1500€/lorde mese) paga ogni anno 4mila euro di fisco, un francese 1005 €, un inglese 1391 €, uno spagnolo 1836 € e un tedesco solo 39 €.

Ma, ci chiediamo, la rivalutazione delle pensioni sarà realmente possibile o resterà limitata, non consentendo, neanche dal 2014 in poi, di recuperare completamente l’avvenuta perdita del potere di acquisto?

Stante però la reazione del Governo al pronunciamento della Corte Costituzionale esiste una speranza che detta sentenza venga rispettata o si prefigura uno scenario perequativo perennemente sofferente ed in contrasto con la Legge, con la Costituzione e con tutti i ricorsi che andranno via via moltiplicandosi nei tribunali?
All’Italia ed ai pensionati di oggi e di domani servono sempre più una politica onesta, una minore pressione fiscale, una importante riduzione della spesa pubblica più sterile ed il rispetto delle regole.

Virgilio Conti

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