Riforma pensioni 2015: dopo i rimborsi tocca ai Quota 96

Redazione 25/05/15
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Pensioni, dopo il decreto rimborsi ora si pensa già alla riforma dei requisiti per il ritiro dal lavoro. Ma non c’è solo l’addio anticipato sul tavolo:rimane infatti da risolvere l’antica grana dei Quota 96.

I famosi 4mila “dimenticati” dalla legge Fornero, appartenenti al mondo della scuola in qualità di professori, amministrativi o collaboratori scolastici, dovrebbero infatti essere i primi a beneficiare di una revisione della legge del 2011, oggi sconfessata anche dalla Corte costituzionale con la bocciatura del blocco alle rivalutazioni.

Da allora, questi lavoratori con le carte in regola per andare in pensione si sono ritrovati a rimanere in servizio più a lungo del previsto a causa di una dimenticanza clamorosa: il fatto che l’anno di lavoro per chi è occupato nel comparto scolastico non si chiuda al 31 dicembre, ma alla fine di agosto. Per questa svita, migliaia di lavoratori hanno dovuto lavorare anni oltre al raggiungimento dei requisiti minimi per lasciare il posto. A nulla, finora, sono valse manifestazioni, proteste di piazza, scioperi e proteste.

Ma ora che, finalmente, il governo ha deciso di mettere mano alla disciplina delle pensioni con il decreto sui rimborsi, in cui si apre anche ufficialmente l’era del “primo del mese”, giorno in cui sono uniformate tutte le erogazioni previdenziali a partire da giugno, il traguardo per i Quota 96 sembra davvero vicino.

Innanzitutto, va sottolineato che una frazione di questi lavoratori è già uscita o uscirà comunque dal servizio a settembre per la maturazione avvenuta dei requisiti in base alla nuova normativa oggi vigente, che ha portato molti di questi dipendenti a superare Quota 100. Per gli altri, invece, pare si sia finalmente aperto lo spiraglio decisivo con l’annunciata revisione della legge Fornero.

La scorsa settimana, in sede di approvazione della riforma della scuola, ha ricevuto l’ok alla Camera un ordine del giorno che spinge l’esecutivo a farsi carico entro brevissimo del problema dei prof dimenticati dalla Fornero. 

In sostanza, potrebbe essere inserita nella “Buona scuola” – il ddl che dovrebbe riformare l’apparato educativo – un emendamento per concedere l’agognata deroga ai Quota 96 ancora al lavoro.

Non è detto, però, che la strada seguita sia necessariamente questa: una modifica al disegno di legge obbligherebbe il Parlamento a un ulteriore passaggio prima dell’approvazione della riforma, mettendo seriamente in pericolo l’assunzione dei 100mila precari in attesa di inserimento in organico (anche per effetto dell’addio dei Quota 96).

L’altra strada sarebbe quella di un ddl ad hoc, come esaminato nei giorni scorsi dalla Commissione Lavoro, che ha valutato la possibilità di una nuova salvaguardia di lavoratori per 26mila esclusi dalla legge previdenziale.

Insomma, se ormai pare accertata la volontà politica di risolvere definitivamente la questione, lo strumento attravesro cui questa sarà perseguita rimane ancora da chiarire. Una cosa appare sempre più probabile: l’ultima campanella per i Quota 96 è davvero alle porte.

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