Riforma pensioni: prima cambia la Fornero, poi i rimborsi

Redazione 14/05/15
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Pensioni, prima la riforma poi il rimborso. E’ questa l’ultima, incredibile ipotesi trapelata dai corridoi ministeriali, mentre si sta mettendo a punto la strategia per le rivalutazioni degli assegni bloccati dalla legge Fornero.

A meno di una settimana dalla sentenza della Corte costituzionale, siamo passati dalla restituzione integrale, a quella parziale, per arrivare infine all’idea di rimandare tutto a settembre, in attesa di completare le riforme in atto e di non gravare eccessivamente sulle finanze pubbliche.

Siamo, insomma, nel pallone più completo, pare di vedere. Il governo, per la mancanza di risorse, pare non avere idea di come muoversi, anche se ormai appare certo che i rimborsi, se ci saranno, avverranno in misura molto ridotta.

Giusto ieri, infatti, sembrava ormai certo il disegno del governo, che avrebbe rispolverato le rivalutazioni adottate dalla legge di stabilità 2014 dell’esecutivo Letta, assicurando piena rivalutazione solo entro i 1500 euro, con ulteriori fasce di restituzione decrescenti man mano che il reddito aumenta, per poi spegnersi del tutto a 2500 o 300 euro: i pensionati che percepiscono assegni di questa entità, insomma, potranno in ogni caso rassegnarsi a stare senza le attese rivalutazioni. L’intero pacchetto, per i conti pubblici, dovrebbe ammontare a 5 miliardi di costo.

Ora, però, come detto, a farsi largo è un’altra ipotesi: che il decreto annunciato dapprima per domani, poi rinviato a lunedì, possa infine slittare addirittura a dopo l’estate.

L’Inps, infatti, sembra molto impegnata in queste settimane, tra il debutto della busta arancione e l’armonizzazione delle date di consegna delle pensioni, che dovrebbe passare per tutti al primo del mese a seguito degli accordi con istituti di credito e Poste italiane.

Dall’altra parte, il governo avrebbe possibilità di respirare senza mettere in allarme Bruxelles, che sta già aspettando chiarimenti sull’eventuale esborso extra rispetto alle previsioni economiche. Dalle parti della Commissione europea ricordano bene, infatti, che l’Italia ha garantito di far scattare la clausola di salvaguardia qualora non avesse potuto rispettare i vincoli di bilancio. E questo tradotto, potrebbe portare a un immediato aumento dell’Iva: una strada ormai sempre più plausibile, anche alla luce dei pagamenti da assicurare ai pensionati e alla politica che non intende perseguire tagli oltre a quelli già programmati nel Def e negli altri documenti economici.

Se questo, dunque, dovesse diventare il calendario ufficiale, allora è possibile che le rivalutazioni arriveranno negli assegni dopo la presentazione dei correttivi alla legge Fornero, auspicati dallo stesso presidente Inps Boeri per il prossimo mese di giugno, con il governo che non ha espresso contrarietà, lasciando aperto lo spiraglio per introdurre il pensionamento anticipato. Le prossime ore saranno decisive.

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