Dipendenti Province, niente liste esuberi. Ora rischia la Madia

Redazione 01/04/15
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Province: come previsto, la data del 31 marzo è scivolata via senza novità di rilievo. E così, alcune indiscrezioni danno a rischio la posizione di Marianna Madia, ministro della Funzione pubblica che deve guidare la transizione dal vecchio al nuovo regime dopo la legge Delrio.

Proprio l’attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio sembra in lizza per occupare la casella nel governo rimasta vuota dopo le dimissioni di Maurizio Lupi da titolare delle Infrastrutture e dei Trasporti, a seguito dell’inchiesta della Procura di Firenze che ha portato all’arresto di alcuni importanti funzionari, su tutti quell’Ercole Incalza da decenni dominus del dicastero e delle opere pubbliche.

Ora, dunque, per il governo Renzi sembra arrivato il tempo di un rimpasto ed è già cominciato il valzer delle poltrone, se, come pare plausibile, a prendere il posto di Lupi sarà proprio Delrio, allora si aprirà la questione degli equilibri tra alleati Pd e Ncd. E’ il partito di Alfano, infatti, ad aver perso un ministero – piuttosto pesante – nello scacchiere e, quindi, ci si attende che, in qualche modo il prezioso partner di maggioranza riprenda le proprie “quote”.

Per rimpiazzare Delrio come sottosegretario alla presidenza del Consiglio, in pole position sarebbe dunque la fedelissima del premier Maria Elena Boschi, che proprio nei giorni scorsi ha sostituito la collega Madia in un dibattito relativo alla riforma della PA. Segno che alcuni hanno interpretato come di insofferenza del premier nei confronti della ministra alla Funzione Pubblica.

Ora, se così davvero stanno le cose e il ministero della PA è sotto esame per il possibile ricambio, il caos dei dipendenti provinciali non può che peggiorare la situazione già complicata dai recenti insuccessi, su tutti le dimissioni di Alessandra Poggiani da direttrice dell’Agenzia per l’Italia digitale.

Ieri, infatti, scadevano i termini per la presentazione delle liste di eccedenze negli organici, quantificata in 20mila addetti alla gestione degli enti in via di dismissione che attendono di conoscere il proprio destino.

Va detto che gli enti intermedi – Regioni su tutti – non si sono dimostrati particolarmente collaborativi: il rimescolamento di personale, infatti, coinvolgerà in primo luogo le stesse Regioni, a cui saranno dirottati molti dei dipendenti finiti in esubero per effetto della redistribuzione delle funzioni provinciali. Soltanto Toscana, Umbria e Marche, infatti hanno approvato la legge propedeutica al trasferimento delle competenze sottratte alle Province, come indicato dal ddl Delrio. In base a questi singoli atti regionali, poi, andranno definite le classi di mobilità e di ripartizione dei dipendenti in esubero.

In realtà, però, le pubbliche amministrazioni sono due volte inadempienti secondo quanto stabilito dalla circolare Madia dello scorso 30 gennaio: già il primo marzo, infatti, avrebbero dovuto diffondere i piani di riassetto organizzativo, battistrada per la presentazione degli elenchi di mobilità. Ma la situazione non sembra sbloccarsi.

Anche per questo, allora, il governo starebbe pensando a un decreto ad hoc, che potrebbe, però, complicare ulteriormente le cose in una materia già zeppa di atti e riferimenti normativi. Sempre che, nel frattempo, la guida al ministero non cambi, alla ricerca del cambio di passo ancora mancante.

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