Anticorruzione, l’intervista di Cantone a “Che tempo che fa”

Redazione 23/03/15
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Raffaele Cantone è stato ospite della trasmissione tv di RaiTre “Che tempo che fa..” nella puntata di ieri, domenica 22 marzo 2015. Un evento insolito, dal momento che l’ex pm non appare spesso in televisione e le interviste che è solito concedere rimangono piuttosto rare.

L’intervista di Fabio Fazio deriva, senza dubbio, dallo scandalo che ha coinvolto il ministero delle Infrastrutture, esploso sui giornali nei giorni scorsi in seguito all’inchiesta della procura di Firenze che ha arrestato alcuni funzionari – uno tra tutti Ercole Incalza – e iscritto oltre 50 persone al registro degli indagati.

Una vicenda che ha avuto pesanti ripercussioni sul governo, obbligando colui che aveva guidato il ministero sin dal 2013 – Maurizio Lupi – a rassegnare le dimissioni pur non figurando tra le persone oggetto di indagine.

Ieri sera, però, Cantone ha sgombrato il campo da dubbi: non sarà lui il successore dell’esponente Ncd costretto a lasciare l’incarico per le conseguenze dell’Incalza-gate. “Sono presidente dell’Autorità anticorruzione e intendo proseguire in questo ruolo”, ha chiarito da subito l’ex pm.

Sul fronte dello scandalo che ha coinvolto il ministero delle Infrastrutture, Cantone è stato intervistato sulla natura delle raccomandazioni, come quella ricevuta dal figlio di Lupi, architetto entrato a collaborare con imprese legate alla struttura governativa per degli appalti ricevuti sulle grandi opere pubbliche.

“La raccomandazione rappresenta il primo anello di una catena corruttiva. La corruzione non è altro che trovare una via traversa per risolvere i problemi”. Così Raffale Cantone ha parlato del tema sui favori concessi a parenti o amici di personalità importanti, anche se non direttamente rilevanti dal punto di vista penale.

Non si dimenticano, poi, la vicenda del Parma calcio, così come l’arresto del presidente di Federacciai Gozzi in Belgio e tutti gli altri episodi che in tempi recenti hanno occupato le prime pagine dei giornali: “Se emergono queste cose, significa che c’è un’Italia che fa il suo dovere e queste cose le fa emergere. Quando emergono grandi scandali – ha ricordato Cantone – significa che qualcuno ha lavorato perché emergessero”.

Con i casi Mose, Expo, metro di Roma e le altre grandi opere, i tentacoli della corruzione, però, arrivano un po’ dappertutto: “Non c’è una base scientifica sui numeri relativi alla corruzione. Contano – ammonisce Cantone – le classifiche internazionali, come quella di Transparency international che ci mette all’ultimo posto tra i Paesi europei”.

In ogni caso, il presidente Anac ha mostrato ottimismo per la buona riuscita della manifestazione milanese, ormai arrivata a un mese dall’inaugurazione. “Sarà un successo, ma purtroppo arriviamo sempre all’ultimo”

Guarda l’intervista a Cantone

Dopo l’intervista rilasciata a “Che tempo che fa..” è trapelata la notizia di un nuovo maxi piano anticorruzione, frutto di una sinergia tra il presidente Anac e il governo, in particolare il ministro Padoan. Il nuovo intevrento dovrebbe riguardare le società in mano pubblica andrebbe ad aggiungersi alle normative già esistenti, spesso, purtroppo, non applicate a dovere.

In proposito, segnaliamo il convegno “Luci (poche) e ombre (molte) in materia di applicaizone del sistema anticorruzione alle cosiddette società in mano pubblica”, tenuto da Andrw Baldanza (consigliere della Corte dei Conti) e Stefano Toschei (Consigliere del Tar del Lazio) il prossimo 21 aprile a Roma.

Redazione

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