Divorzio breve: perché non c’è ancora un testo definitivo

Redazione 17/03/15
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Nuovo round in Senato per la legge sul divorzio breve. Dopo il primo approccio della scorsa settimana, si avvinca il momento della votazione per il disegno di legge che dovrebbe accorciare i tempi di fine matrimonio.

Nei giorni scorsi, si ricorderà, il governo ha preferito allungare i tempi di discussione perché si è scelto di ritirare un emendamento che avrebbe acconsentito alle adozioni per i single.

Al testo sul divorzio breve, infatti, viaggia in parallelo un’altra proposta di legge, quella sull’affidamento e l’adozione, che dovrebbe ottenere il via libera insieme alle nuove disposizioni sul termine degli effetti civili dell’unione tra coniugi.

A che punto è il divorzio breve

Approvato alla Camera nella scorso mese di novembre, il testo di legge che riforma il divorzio subirà in Senato ulteriori modifiche, da rendere obbligatorio almeno un ulteriore passaggio a Montecitorio.

Insomma, la data dell’entrata in vigore è ancora lontana, ma la discussione in Parlamento sul tema è in pieno fermento e, come noto, sono molto nette le posizioni sull’argomento.

Da una parte, c’è chi vorrebbe introdurre maggiori facilitazioni possibili ai coniugi che intendono lasciarsi, cercando di alleggerire la burocrazia, e, insieme, gli oneri per i cittadini; dall’altra, invece, restano alcune sacche di resistenza, specie nelle frange più conservatrici dei vari partiti, che si oppongono alla possibilità di un matrimonio “usa e getta”.

Ecco perché è saltato sia l’emendamento per le adozioni dei single, sia la possibilità di rendere effettiva la separazione entro un solo mese, il “divorzio immediato”. Al momento, la base di partenza in vista dell’ok definitivo è costituita dai sei mesi minimi per l’addio tra marito e moglie.

Fazioni che non sono etichettabili in un singolo partito e, anzi, rendono il dibattito denso di incertezza perché specie nel Partito democratico, che su questi temi non ha mancato di dividersi anche in passato, restano diverse e profonde contrapposizioni.

Ecco perché ancora non c’è un testo definito del ddl sul divorzio breve il quale, anzi, verrà a comporsi degli articoli e degli emendamenti che saranno presentati sui seguenti testi (tra parentesi i firmatari):

  • Disposizioni concernenti lo scioglimento del matrimonio e della comunione tra i coniugi  (Pinotti)
  • Modifiche alla legge 1° dicembre 1970, n. 898, recante disciplina dei casi di scioglimento del matrimonio (Buemi e altri)
  • Modifiche al codice civile e all’articolo 3 della legge 1° dicembre 1970, n. 898, in materia di scioglimento del matrimonio e della comunione tra i coniugi (Falanga e altri)
  • Modifiche alla legge 1° dicembre 1970, n. 898, recanti semplificazione delle procedure e riduzione dei tempi per l’ottenimento della cessazione degli effetti civili del matrimonio (Lumia e altri)

Insomma, trovare la sintesi tra le varie posizioni dentro i partiti e tra i testi in esame non sarà facile. Si preannunciano nuove lunghe ore di dibattito, in attesa della votazione che rimanderà il provvedimento alla Camera.

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