Quota 96, sì alla mini salvaguardia per la pensione in anticipo

Redazione 12/02/15
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Nuova puntata, ieri, dell’odissea Quota 96. In un question time alla Camera dei deputati, è intervenuto il ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia, per aggiornare sulla situazione, su invito delle opposizioni e in particolare della deputata di Sel, Annalisa Pannarale.

Si era detto, nei mesi scorsi, che la soluzione definitiva sarebbe arrivata in legge di stabilità 2015: a prendere posizione in merito, dopo lunghe battaglie nelle commissioni terminate sempre con un nulla di fatto, anche la senatrice Pd Laura Puppato, che aveva indicato, in un’intervista esclusiva su Leggioggi, la strada per il recupero delle risorse de destinare alla pensione dei professori e dipendenti Ata rimasti al palo dopo la riforma Fornero.

E invece, da allora non soltanto la finanziaria non ha previsto alcuna salvaguardia per i dimenticati della scuola, ma la legge Fornero è sempre più in vigore che mai, dopo la bocciatura da parte della Corte costituzionale, del referendum abrogativo proposto dalla Lega Nord, forte di oltre mezzo milione di firme raccolte in brevissimo tempo.

I Quota 96 oggi

Il ministro Madia, intervenendo alla Camera, ha confermato i numeri da tempo noti sui Quota 96, sottolineando che anche l’Inps ha certificato come siano in tutto poco più di 4mila i lavoratori rimasti esclusi dal pensionamento coi vecchi requisiti per l’errore compreso nella legge Fornero.

Di questi, ha comunque assicurato Marianna Madia, circa mille andranno in pensione con l’ultima copertura assicurata dal governo a favore degli esodati, in anticipo sui requisiti che la norma in vigore individuerebbe.

Questi, avranno tempo fino al 2 marzo per presentare la domanda di cessazione dal servizio entro il 2 marzo.

Che fare, poi, degli altri 3mila Quota 96, ormai diventati Quota 104 o 105? La risposta non è arrivata dal ministro, che ha comunque ribadito la priorità del governo nel voler assicurare lavoro ai giovani, in particolare proprio alla regolarizzazione di circa 150mila insegnanti precari, per mezzo di un “imminente provvedimento legislativo”.

Sugli insegnanti e i dipendenti Ata rimasti nel limbo per effetto di una legge sbagliata, nessuna rassicurazione e la certezza, che ormai è sempre più assodata: dovranno attendere la maturazione dei nuovi requisiti per ritirarsi definitivamente dal lavoro.

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