Dichiarazione dei redditi precompilata: il testo del decreto attuativo

Redazione 01/12/14
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Dichiarazione dei redditi precompilata, avanti tutta. Manca poco al 2015, data in cui entrerà in vigore il nuovo sistema di rendicontazione dei redditi per lavoratori dipendenti e pensionati: ecco il nuovo decreto, che, però, contiene un’ammissione di ritardo del governo, già nel mirino dei Caf.

Tra un mese, non sarà più il singolo contribuente o il sostituto d’imposta a doversi preoccupare di fornire le informazioni sulla situazione contabile di ciascun lavoratore, ma toccherà al fisco inviare direttamente a casa dei cittadini il modello estrapolato dalla situazione finanziaria del soggetto.

Per arrivare in tempo con tutti gli adempimenti, allora, il governo ha approntato la pubblicazione del decreto legislativo alla delega fiscale, che racchiude il principio di enunciazione del 730 precompilato annunciato nelle scorse settimane sia dal presidente del Consiglio Matteo Renzi che dal direttore dell’Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi.

Cosa succederà dal primo gennaio 2015

Il provvedimento emanato nei giorni scorsi chiarisce che la dichiarazione precompilata viene adottata in via sperimentale e dovrà servirsi delle informazioni contenute nel database dell’Anagrafe tributaria, che vanta alcuni anni di rendicontazioni memorizzate, così da ritenere valido il profilo di ciascun contribuente inserito.

Fulcro del processo sarà l‘Agenzia delle Entrate, che dovrà fungere da catalizzatore delle informazioni ricevute sui singoli contribuenti e, insieme, valutarne la completezza e la qualità con l’obiettivo di mettere a punto un sistema collaudato di stesura e compilazione delle dichiarazioni.

Nella diffusione delle dichiarazioni precompilate ai diretti interessati, però, non verrà meno il ruolo dei sostituti d’imposta, che potranno fornire da delegati o da assistenza, in caso il contribuente intenda rivedere i valori immessi dal fisco nel suo stesso 730.

Tempi. Il limite di trasmissione delle certificazioni da parte dei sostituti viene fissato al 7 marzo, mentre entro il 31 marzo sarà possibile, da parte dei Caf, inviare comunicazioni inerenti la situazione contabile di uno o più soggetti. Poi, ci sarà tempo fino al 15 aprile per rivedere le definizioni delle Entrate.

Entro il già passato 30 novembre 2014, poi, viene specificato nel decreto, sarebbe da adottare un ulteriore decreto del Mef che chiarisca le modifiche dei compensi spettanti ai Caf. Da qui le proteste dei centri di assistenza, che lamentano il grave ritardo del governo nell’emanazione del provvedimento.

Vai al testo del decreto sulle semplificazioni fiscali

Vai al testo completo della delega fiscale

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