Tasi 2014, tutti i numeri del caos. Il mistero seconde case

Redazione 03/10/14
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Tasi 2014, ogni giorno che passa le nubi, invece che diradarsi, si addensano. Non pare esserci via d’uscita per i malcapitati professionisti e studi di assistenza fiscale alle prese con i casi dei contribuenti nel calcolo dell’imposta. Di questo passo, insomma, errori e ravvedimenti saranno all’ordine non del giorno, ma della singola pratica.

Nei mesi scorsi era apparso chiaro fin da subito come il panorama sulla Tasi sarebbe stato caotico come nessun altra imposta a gravare sui possessori di immobili e gli inquilini in affitto. Ogni Comune nel prevedere specifiche aliquote e detrazioni, ha infatti contribuito a generare una situazione ingarbugliatissima, dove orientarsi è davvero una missione quasi impossibile.

I numeri del caos

Come si ricorderà, la Tasi è nata come parte relativa ai servizi indivisibili della Iuc, la nuova imposta unica comunale finalizzata a contenere i tributi su immobili e raccolta dei rifiuti (la Tari).

Modificando la normativa sul calcolo degli importi, però, il legislatore non si è accorto di aver reso il quadro impenetrabile come mai prima d’ora. A distanza di nove mesi, con la prima scadenza già mancata da oltre cinquemila comuni che ripareranno il prossimo 16 ottobre, ci troviamo infatti di fronte a decine di migliaia di situazioni, definite da aliquote, detrazioni e rendite catastale.

Secondo quanto appare dalle delibere pubblicate dal Mef sul proprio portale, infatti, possiamo veder come a contraddistinguere questo conto alla rovescia per la Tasi siano:

16mila delibere

10mila regolamenti

652 Comuni che non hanno approvato alcuna aliquota

Il vero nodo è rappresentato dal calcolo corretto dell’ammontare dell’imposta per ogni unità abitativa, sia per quanto riguarda i proprietari che per gli eventuali inquilini residenti in affitto, i quali dovranno comunque versare la loro quota.

A tale proposito, invitiamo i lettori a leggere con attenzione l’approfondimento di Matilde Fiammelli sulle varie casistiche e i passaggi chiave per non sbagliare i conti.

C’è poi il mistero delle seconde case: come essere certi di applicare l’aliquota giusta? Per queste, infatti, andranno pagate una parte di Tasi e l’altra di Imu e tutto dipende da quello che ha deliberato il Comune. in linea generale, vige il principio secondo cui Imu + Tasi non potrà superare il 10 per mille in assenza di detrazioni.

 

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