Jobs Act, parte l’attacco all’articolo 18. Neo assunti senza tutele

Redazione 17/09/14
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Si continua a parlare di lavoro e, per adesso, la strada è quella battuta già mesi fa. E’ arrivato, con 24 ore di ritardo, il giorno del Jobs Act in Senato, con la discussione sul ddl che impegnerà il Parlamento nelle prossime settimane. Oggi, il governo ha presentato l’emendamento introducendo la nuova formula di contratto a tutele crescenti.

Ecco il testo della correzione portata in commissione Lavoro a palazzo Madama questa mattina: “Per le nuove assunzioni” viene previsto il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all’anzianità di servizio”. A illustrare i contenuti dell’emendamento, il sottosegretario al Lavoro Teresa Bellanova, che ha spiegato gli intendimento dell’esecutivo per apportare la modifica all’impianto contrattualistico alla legislazione occupazionale.

Si tratta di un atto di forza del governo, che proprio ieri, per mezzo del premier Matteo Renzi, ha annunciato la propria inflessibilità sulle politiche del lavoro: o si arriverà a un’approvazione in tempi brevi del Jobs Act, oppure, ha assicurato il presidente del Consiglio in aula, si procederà con un decreto. Ciò a cui punta il governo è fare del contratto a tutele crescenti la forma principale di inserimento verso i rapporti a tempo indeterminato.

L’emendamento presentato questa mattina va a modificare l’articolo 4 del pacchetto sul lavoro, quello che affronta il tema delle categorie contrattuali presenti nel mondo del lavoro.

Il fine pare dunque quello di aumentare la flessibilità in entrata dei lavoratori, per assicurare maggiori tutele al progredire del rapporto di lavoro.

I sindacati sono molto timorosi che il governo possa minare quel che resta dell’articolo 18 dei lavoratori, dopo le innovazioni approvate nella riforma Fornero del 2012, che ha allargato le possibilità di ricorrere ai licenziamenti. Del rsto, il governo non ha nascosto di voler “individuare e analizzare tutte le forme contrattuali esistenti, ai fini di poterne valutare l’effettiva coerenza con il tessuto occupazionale e con il contesto produttivo nazionale e internazionale, anche in funzione di eventuali interventi di semplificazione delle medesime tipologie contrattuali”. In pratica, una decisa rifondazione della normativa ocntrattualistica.

A corredo dell’emendamento, dovrebbe arrivare il programma di ridefinizione degli ammortizzatori sociali connessi al contratto di lavoro stipulato tra dipendente e azienda. Si comincerà, insomma, con una forma molto leggera di contrattualizzazione, con le tutele e le garanzie ridotte al minimo ai neo-assunti, per poi passare, via via che il rapporto si prolungherà a una forma più stabile e con adeguate protezioni in fatto di welfare.

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