Riforma PA: il testo del ddl che completa il piano Renzi-Madia

Redazione 04/08/14
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Arriverà solo a settembre in aula, ma intanto è stato consegnato al Senato il testo che rappresenta la “seconda parte” della riforma PA. Nei giorni scorsi, infatti, è arrivato l’ok al decreto 90, il primo step del disegno governativo di riorganizzazione dei pubblici uffici.

Quando i parlamentari torneranno sui banchi a settembre, non ci saranno solo le riforme da spedire avanti, con la priorità annunciata della legge elettorale da tradurre in qualcosa di concreto dopo gli annunci dei mesi scorsi.

Una delle riforme più stringenti che attenderanno i parlamentari al varco, sarà proprio quella della pubblica amministrazione, appena abbozzata dai provvedimenti adottati nelle scorse settimane.

Con il decreto 90 – e il 91, per certi versi – sono infatti state tracciate alcune delle misure più indifferibili, come le modifiche alla normativa sui pensionamenti, o sulla mobilità che è stata limitata entro un raggio di 50 chilometri per gli spostamenti, mentre agli enti virtuosi è stata concessa la facoltà di stipulare i contratti a tempo determinato con nuovi assunti.

Quella ancora da esaminare in Parlamento, è invece la parte più corposa, e insieme di più difficile attuazione, della riforma annunciata dal premier Renzi e dal ministro Madia.

Tanto per cominciare, infatti, si tratta di un ddl delega il quale, una volta ricevuto l’ok definitivo dai due rami del Parlamento, per avere effetto necessiterà dei relativi decreti delegati, che protrarranno l’iter di qualche mese.

Processo amministrativo

E dalle materie trattate all’interno del ddl di riforma della PA, si capisce subito perché il procedimento sarà lungo e accidentato: qui, più che sulla struttura egli uffici con il personale pù o meno numeroso, si va a intervenire sul processo amministrativo, con tutto quello che questo può comportare per l’ingessata amministrazione italiana.

Si parte dall’accesso agli atti, che, entro un anno dall’entrata in vigore del ddl, dovrà essere resa interamente online proprio dai decreti collegati alla riforma prossima all’approvazione (almeno nei propositi del governo). Oltretutto, dovrebbe sfondare la politica dell’open source negli uffici pubblici, con il ricorso a software non coperti da licenza e dunque più economici.

Dipendenti

Non sono dimenticati, comunque, anche i dipendenti pubblici, al centro del decreto 90, che, con il prossimo ddl, vedrà una completa rifondazione della dirigenza pubblica, che negli ultimi tempi ha visto sia il tetto agli stipendi che l’obbligo di pensione al raggiungimento dei requisiti Ora, le prossime mosse dovrebbero essere riscritti i principi per dimensioni, inquadramenti, e per l’affidamento degli incarichi, che dovrà avvenire sempre più per mano pubblica.

L’appuntamento al Senato è già fissato per i primi di settembre.

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