Dai Quota 96 alla riforma della scuola: largo ai vincitori senza cattedra

Redazione 18/07/14
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Scuola e Quota 96 sempre al centro del dibattito su welfare e settore dei servizi pubblici. E’ tornato a parlare, nei giorni scorsi, anche il ministro della Pubblica Istruzione Stefania Giannini, dopo le indiscrezioni sul nuovo contratto della scuola. E gli argomenti che ha affrontato ricalcano perfettamente le preoccupazioni delle categorie di lavoratori, da quelli più attempati ai più giovani, con i problemi logicamente opposti.

Mentre continua alla Commissione Affari Costituzionali l’esame dei quasi duemila emendamenti alla riforma della pubblica amministrazione, i 4mila Quota 96 restano con il fiato sospeso per sapere l’esito dell’emendamento che dovrebbe mandarli in pensione a partire dal primo settembre.

Tutto questo, sempre che le condizioni proposte dal governo siano vantaggiose per i dimenticati dalla legge Fornero, i quali hanno storto il naso di fronte al testo della modifica proposta al decreto 90, da cui dovrebbe ritornare il loro diritto alla pensione scomparso con la legge di fine 2011.

Strettamente collegata alla questione dei Quota 96, c’è poi il limbo in cui si trovano i tantissimi vincitori senza cattedra del concorso scuola 2012. Il pensionamento dei quattromila docenti inseriti nell’emendamento al decreto PA, ha confermato il ministro Giannini, dovrebbe spalancare le porte all’innesto di forze fresche nel sistema scolastico. “Oltre ad alcune emergenze che questo governo sta cercando di affrontare, c’è quella dei Quota 96 che risolve un problema vecchio e permette qualche migliaia di immissioni in ruolo, offrendo così opportunità anche a moltissimi giovani, sulle questioni del reclutamento, della valorizzazione delle professioni dei docenti, dell’autonomia delle scuole, delle competenze da trasmettere ai nostri ragazzi”.

A questo proposito, il ministro ha assicurato che “consegneremo a Renzi un provvedimento articolato nei prossimi giorni, che sarà il nostro contributo per avviare una programmazione di tipo riformista”. Insomma, la riforma della scuola si farà, e ora resta da capire se i contorni saranno quelli emersi nelle scorse settimane, con l’incremento di orario a 36 ore e gli istituti aperti anche fino alle 22. “Gli orari – ha comunque puntualizzato la Giannini – non sono una priorità del govenro”.

In seguito, il responsabile Miur è tornato sulla situazione dei vincitori del maxi concorso a cattedre di Francesco Profumo, ancora a spasso malgrado l’esito positivo della prova. “Degli 11.542 posti banditi, sono stati immessi in ruolo 3.527 mentre quest’anno si procederà all’ingresso di ulteriori vincitori. Rimane solo da capire quando ci sarà una situazione dettagliata dei posti disponibili: non posso dare garanzie formali che saranno immessi tutti i restanti, ma è quello a cui stiamo lavorando ogni giorno”.

A cominciare dai Quota 96, dunque, potrebbe essere davvero in procinto la rivoluzione negli organici della scuola. 

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