Abolizione Tar distaccati, la protesta di toghe e avvocati

Redazione 27/06/14
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Pubblichiamo di seguito il comunicato, diramato nei giorni scorsi, da Amministrativisti.it, in opposizione alla riforma della pubblica amministrazione, che dovrebbe includere, al proprio interno, anche la soppressione di otto sedi distaccate su nove dei Tribunali amministrativi distaccati.

Comunicato

Contro l’abolizione delle sezioni staccate dei TAR

1) La norma contenuta nel DL di riforma PA

Venerdì 13 giugno scorso il Governo ha approvato un DL di riforma della Pubblica Amministrazione che, all’art. 18 comma 2 così dispone:

a decorrere dal 1° ottobre 2014 sono soppresse le sezioni staccate di tribunale amministrativo regionale. Resta ferma la sezione autonoma per la Provincia di Bolzano. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottare entro il 15 settembre 2014, sono stabilite le modalità per il trasferimento del contenzioso pendente presso le sezione soppresse, nonchè delle risorse umane e finanziarie, al tribunale amministrativo della relativa regione. Dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, i ricorsi sono presentati presso la sede centrale del tribunale amministrativo regionale.”.

In definitiva, il Governo intende sopprimere otto Tribunali Amministrativi – Catania, Lecce, Salerno, Brescia, Reggio Calabria, Latina, Pescara, Parma – spostando competenze, fascicoli e personale alle sedi dei relativi capoluoghi.


Amministrativisti.it
, Associazione avvocati amministrativisti per la Sicilia Orientale, ha immediatamente convocato un’adunanza, che si è tenuta martedì 17 giugno, presso la sede del TAR Catania, a cui hanno partecipato numerosi esponenti della Società civile, i Giudici ed il personale amministrativo del TAR Catania, gli avvocati amministrativisti, le autorità politiche locali, le amministrazioni (un resoconto di stampa: tweetpress.it/article/cronaca/il-tar-di-catania-cancellato-con-un-tweet).

L’incontro si è rivelato una preziosissima occasione per condividere riflessioni, idee ed iniziative, che abbiamo raccolto nel presente comunicato, insieme alla sintesi delle più rilevanti iniziative susseguitesi nelle ultime ore – da noi sostenute e, in alcuni casi, facilitate – volte a fronteggiare questa grave emergenza normativa.

Poichè le prossime ore saranno decisive – la bozza di decreto legge è infatti ancora modificabile – inoltreremo il presente comunicato a tutte le autorità competenti, affinché si ottenga, anche grazie all’intervento del Presidente della Repubblica, l’eliminazione della norma ancor prima che il DL venga pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

2) Le ragioni dell’auspicata eliminazione immediata della norma in questione.

– Il Governo non ha ancora chiarito quali siano gli obiettivi della norma sulla soppressione.

Ciò è stigmatizzabile già in punto di metodo: sarebbe stata opportuna quanto meno una concertazione con le associazioni di categoria (avvocati, personale togato ed amministrativo del TAR). In ogni caso, non è comprensibile a nostro avviso nessuna riforma di un sistema giudiziario che passi esclusivamente attraverso la riduzione del numero di tribunali, se non si accompagna ad altre misure di razionalizzazione e snellimento. Ciò che temiamo, in verità, è che, dietro questa riforma, in questo senso meditata e per nulla frettolosa, ci sia l’esigenza Governativa di un maggiore controllo politico dell’operato dei Tribunali Amministrativi.

– La “cattiva reputazione” della Giustizia Amministrativa è solo uno “specchio per le allodole”.

Negli ultimi anni la politica ha puntato il dito sulla Giustizia Amministrativa, accusandola di essere fattore di rallentamento della crescita del paese, in quanto bloccherebbe gare d’appalto e finanziamenti importanti. Lungi da noi difendere lo status quo contro le iniziative governative, va tuttavia precisato che la giustizia amministrativa garantisce tutt’oggi un sistema di tutela assai efficiente, soprattutto nella materia degli appalti pubblici, dove la corruzione spesso si “nasconde” alle indagini penali, ma viene fuori nei processi amministrativi. Non vorremmo che sia proprio quest’efficienza a muovere il disegno politico di un ridimensionamento del numero dei Tribunali.

– Non sussistono i presupposti per la decretazione d’urgenza.

La norma in questione è stata inserita in un Decreto Legge, tuttavia pare evidente l’insussistenza dei presupposti di necessità ed urgenza che la Costituzione richiede per tale fonte del diritto. Al contrario, si tratta di una riforma che, se dovesse malauguratamente diventare legge, richiederebbe dei tempi di attuazione ben più lunghi di quelli implicitamente previsti dal Governo. A ciò sia aggiunga – come ricordato da ANMA – che la Corte Costituzionale ha già dichiarato in passato l’illegittimità della decretazione di urgenza con riferimento a materie varie e disparate (Corte Cost., 16 febbraio 2012 n. 22).

– Le riforme applicate alla Giustizia Ordinaria possono avere effetti opposti e devastanti nella Giustizia Amministrativa.

C’è una profonda differenza tra gli effetti della soppressione dei Tribunali ordinari e l’eventuale soppressione dei TAR. Nel primo caso, siamo spesso di fronte a piccoli comuni, che comunque sono sempre vicini ad altre sedi di tribunale e di corte di appello; i TAR distaccati, invece, insistono su grossi centri urbani, crocevia di rapporti sociali ed economici, la cui soppressione minerebbe l’esigenza, affermata dalla Corte Costituzionale, della “permanenza di un presidio giudiziario in luoghi che hanno assunto nel tempo una maggiore centralità nella vita del territorio” (Corte Cost., 24 luglio 2013 n. 237).

– La riforma è antitetica al principio di effettività ed accesso alla Giustizia.

La dislocazione dei tribunali garantisce la tutela del cittadino, dell’impresa, dell’amministrazione. Un giudice distante allontana l’utente dalla giustizia, lo disincentiva ad avvalersi di tale servizio pubblico (come, d’altronde, è già avvenuto per mano del Legislatore, con i continui aumenti del costo delle marche da bollo e del contributo unificato). In altri termini, l’utente si fida meno del giudice per lui competente, se è distante dalle sue vicende e dai suoi affari, rendendolo meno utile e più odioso.

– La riforma non garantisce alcuna economia di spesa in ambito nazionale.

I TAR soppressi dalla norma in questione, come detto, sono solo otto: Va da sé che, dunque, tale operazione nulla possa avere a che fare con i dettami della cd. spending review. Al contrario, l’accesso ad un giudice amministrativo più lontano può determinare solo un progressivo aumento dei costi a carico degli utenti della giustizia: si pensi in particolare agli enti locali per la loro difesa in giudizio.

– Dati alla mano, la soppressione di TAR Catania e TAR Lecce è irragionevole e pericolosa.

I due TAR distaccati su Catania e Lecce hanno nel tempo superato e di molto le rispettive sedi dei capoluoghi (Palermo e Bari), quanto a numero di ricorsi proposti ed attività giurisprudenziale, il che rende quanto meno irragionevole la scelta governativa. A ciò si aggiunga la pericolosità di simili trasferimenti, in termini organizzativi ed economici: si pensi, ad esempio, al denegato trasferimento del TAR Catania a Palermo. Esclusa a priori la possibilità che l’attuale sede del TAR Palermo possa ospitare le quattro sezioni interne di Catania più l’archivio, di circa 700 metri quadri, non solo sarà necessario – e non sarà facile – reperire un’ulteriore sede che possa ospitare tutta la pachidermica struttura etnea; inoltre, un trasferimento di tale entità sarà complesso, problematico, e provocherà gravissimi rallentamenti all’attività giurisdizionale.

– La situazione geografica ed infrastrutturale delle Regioni del Mezzogiorno non è compatibile con la soppressione dei TAR distaccati.

La Sicilia e la Puglia sono tra le Regioni più grandi d’Italia, con notevolissime distanze tra il capoluogo e le altre città. Alla vastità del territorio, che determina dunque grandi distanze geografiche da coprire, si aggiunge anche la carenza di infrastrutture: in particolare, autostrade insufficienti, linea ferroviaria del tutto inadeguata. Tali elementi a nostro avviso dovrebbero essere tenuti in seria considerazione nella contemperamento degli interessi in gioco in questa riforma, contemperamento e valutazione che evidentemente non è stato per nulla posto in essere.

3) Le iniziative in corso

il Direttivo ANMA, Associazione Nazionale dei Magistrati Amministrativi, dopo aver definito, in un primo comunicato stampa, “preoccupante” l’intervento del Governo sulle sezioni staccate dei TAR, lamentando che ”manca una seria valutazione delle effettive ricadute in termini organizzativi, di risparmio di spesa, di funzionalità degli uffici giudiziari”, ha poi elaborato un documento con cui prende posizione netta sull’argomento: http://www.anmadirettivo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=190:anma-la-soppressione-delle-sedi-staccate-dei-tar-operazione-inutile-dannosa&catid=50:approfondimenti&Itemid=75

Il Presidente Salvatore Veneziano, TAR Catania, ha rilasciato una dichiarazione già sabato mattina: “questa riforma risponde forse più esigenze di immagine del governo, di volere tagliare: ma i benefici di efficienza e economici sfumano, soprattutto per le grandi sedi”. Veneziano, inoltre, ha puntualizzato il fatto che “il numero di sezioni, quattro contro tre, e i contenziosi sono superiori rispetto alla sede di Palermo”.

Dal canto suo, la dott.ssa Maria Letizia Pittari, Segretario Generale del TAR Catania, intervenuta all’adunanza di martedi 17 presso il TAR etneo, ha sciorinato i numeri e le statistiche dei TAR distaccati, chiarendo come da tale operazione “non solo non deriverebbe alcun beneficio, ma comporterebbe un aggravio di costi per le pubbliche amministrazioni e dunque, in fin dei conti, per i cittadini” (si allega l’intervento integrale).

Il Presidente del TAR Lecce, Antonio Cavallari, non le ha mandate a dire: “vorrei capire le ragioni di urgenza che sono alla base del decreto legge. Quelle di migliorare l’accessibilità della giustizia? Quelle di risparmiare? Non mi pare proprio”.

Il Consigliere Luca Cestaro, TAR Napoli, componente della giunta nazionale ANMA, ha definito la soppressione delle sedi staccate “misura costosa e dannosa per la giustizia e per i cittadini”. Qui l’intervista: http://www.salernonotizie.it/2014/06/17/cestaro-magistrato-tar-napoli-soppressione-sedi-staccate-e-misura-costosa-e-dannosa-per-la-giustizia-e-per-i-cittadini.

Inoltre, il Presidente Filoreto D’Agostino (TAR Palermo), il Presidente Roberto Politi (TAR Reggio Calabria) ed il Presidente Angelo De Zotti (TAR Brescia), hanno formalmente inviato al Presidente della Repubblica tre lettere (che alleghiamo), con cui esprimono la loro preoccupazione in merito.

Qui inoltre il video dell’intervista al Presidente Politi, che definisce la norma “attacco inaccettabile”: http://youtu.be/i5x3h-gsC04.

Il 19 giugno si è riunito a Roma il Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa: ci auspichiamo che si pronunci con una convinta presa di posizione contro questa abrogazione per decreto legge.

Quanto alle iniziative delle istituzioni politiche, l’Assemblea Regionale Siciliana, sulla base dei comunicati ANMA nonché delle iniziative della nostra Associazione, ha approvato apposito Ordine del Giorno (in allegato), impegnando il presidente della Regione “a rappresentare le suddette ragioni in sede di Conferenza Stato Regioni, al fine di impedire un grave pregiudizio al sistema di giustizia amministrativa siciliano, già gravemente oberato, il quale vanta oltre 120 anni di storia ed è regolato, anche per ciò che concerne la previsione di sedi staccate degli Organi di giustizia amministrativa di primo grado, dall’attuale Costituzione”.

Inoltre ANCI Sicilia, intervenuta alla nostra adunanza al TAR Catania, consegnandoci il comunicato stampa del suo Presidente Leoluca Orlando: “chi vive nella parte orientale dell’Isola sarà costretto a raggiungere il capoluogo regionale e quindi affrontare un vero e proprio viaggio lungo oltre 250 chilometri. In questo modo tutti gli Enti locali della Sicilia orientale dovranno sostenere spese maggiori per le cause pendenti”, ha spiegato Orlando.

All’incontro indetto dalla nostra associazione, ha partecipato anche il Comune di Catania, in persona dell’assessore Girlando, formalmente delegato dal Sindaco Enzo Bianco – che ci ha comunicato di essere a Roma per discutere con il sottosegretario Del Rio proprio della soppressione in questione – e dal consigliere Lanzafame, il quale ci ha riferito della mozione d’ordine (anch’essa allegata), approvata proprio martedì 17 giugno, all’unanimità, dal Consiglio Comunale di Catania. “Questa decisione – ha dichiarato Lanzafame – comporterebbe un aumento esponenziale delle spese per la pubblica amministrazione, e si tradurrebbe nella impossibilità dell’esercizio della professione forense per tantissimi giovani professionisti”.

Il Prof. Avv. Giovanni Virga ha lanciato, dalla sua rivista, una petizione da inviare al Governo ed al Parlamento italiano, sottoscrivibile da qui: http://www.lexitalia.it/p/2014/petizione.htm.

“E’ la prima volta che, in 18 anni di attività, prendiamo questa iniziativa – afferma il Prof. Virga – Ma non riteniamo di poter rimanere silenti di fronte al graduale smantellamento della giustizia amministrativa, così faticosamente costruito nel corso di oltre 120 anni. Anche perchè (speriamo di sbagliarci) siamo convinti che questo non sia che l’inizio, dato che nei mesi passati si è parlato insistentemente dell’abolizione dei giudici amministrativi, visti come un fattore di intralcio e di ritardo”.

Si segnala inoltre il comunicato della Camera Amministrativa di Lecce, Brindisi e Taranto, inviatoci dal suo presidente, il Prof. Avv. Ernesto Sticchi Damiani, con cui la nostra associazione è in stretto contatto già da sabato scorso. Del comunicato, tra l’altro, evidenziamo quanto segue: “intorno a questi veri e propri TAR si è creata nei decenni una forte tradizione giurisprudenziale e una classe forense altamente specializzata con conseguente consolidamento nel territorio dalla percezione di una giustizia amministrativa vicina e efficiente. La soppressione indiscriminata e totale delle sezioni staccate rappresenta già per questo un errore legislativo.”.

Infine, Amministrativisti.it è stato presente alla manifestazione all’uopo organizzata dall’UNAA – Unione Nazionale Avvocati Amministrativisti, a cui hanno preso parte, tra gli altri, Bernardo Mattarella, Capo Ufficio legislativo della Funzione Pubblica, il dott. Giampiero Lo Presti, Presidente ANMA, e il dott. Roberto Chieppa, Presidente dell’Associazione fra i magistrati del Consiglio di Stato, nonché rappresentanti di tutte le sezioni staccate dei TAR.

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