Redditometro 2014, chi rischia e cosa fare per difendersi

Redazione 26/05/14
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Il redditometro è ufficialmente in mezzo ai contribuenti. Dopo mesi di annunci, marrce indietro e revisioni a non finire, nelle scorse settimane sono state recapitate le prime 20mila lettere ai contribuenti che il fisco ha ritenuto non in linea tra spese sostenute e reddito dichiarato. Quali saranno i possibili sviluppi? E cosa succede a chi si vede recpitata la lettera delle Entrate? ne discutiamo con Nicola Fasano, avvocato tributarista, esperto e co-autore del volume “Nuovo redditometro e difesa del contribuente” (Maggioli, 2014)

 

Sono arrivate le prime lettere del redditometro. Chi riguardano e quali sono i parametri presi in esame?

Le lettere sono state recapitate in particolare a quei soggetti che presentano scostamenti molto significativi, ben oltre il 20%, fra reddito sintetico ipotizzato dall’Ufficio sulla base dei dati presenti in Anagrafe tributaria (possesso di immobili, mezzi di trasporto, spese deducibili e/o detraibili, ecc.) e reddito dichiarato. Molto spesso il controllo è attivato a seguito di rilevanti acquisti immobiliari o di mezzi di trasporto.
Cosa deve fare il contribuente che ha ricevuto la lettera?

Innanzi tutto verificare la correttezza dei dati “presunti” dall’Agenzia delle entrate, evidenziando eventuali errori. Per esempio l’amministrazione finanziaria potrebbe aver contestato uno scostamento di reddito rilevante ad un contribuente ritenuto single, sulla base della sua dichiarazione dei redditi, mentre in realtà questi convive con il partner che ha redditi tali da giustificare ampiamente il presunto scostamento. Così come potrebbero esserci banali errori di calcolo commessi dall’Ufficio.

 

Una volta esaurita questa prima fase, quali saranno i prossimi passaggi per chi ha ricevuto la lettera?

Il contribuente dovrà presentarsi, personalmente o tramite un professionista, presso l’Ufficio il giorno indicato nella lettera. Entro 15 giorni dal ricevimento della stessa è possibile chiedere un rinvio dell’incontro, anche per raccogliere ulteriore documentazione. E’ sempre consigliabile allegare ai documenti  una memoria esplicativa. Se l’Ufficio non riterrà soddisfacenti documenti e argomentazioni prodotti dalla parte nel primo incontro, gli notificherà l’invito al (secondo) contraddittorio che conterrà una prima “pretesa” del Fisco. Il contribuente vi potrà aderire, godendo così di una notevole riduzione delle sanzioni (1/6) oppure instaurare un secondo e più esaustivo contraddittorio in esito al quale verrà notificato l’avviso di accertamento vero e proprio, impugnabile.

Quanto tempo sarà necessario prima di arrivare a un esito della eventuale contestazione?

Considerato che il legislatore ha previsto il doppio contraddittorio obbligatorio con l’Ufficio è ragionevole presumere che l’avviso di accertamento vero e proprio arriverà da settembre in poi.
Di cosa dovranno preoccuparsi i contribuenti? E’ confermato lo stop alle medie Istat anche per il futuro?

Per quest’anno credo che il maggior “spauracchio” per i contribuenti siano i tempi davvero stretti, visto che le lettere sono partite a maggio. Ciò potrebbe costringere gli Uffici a contraddittori fin troppo “veloci”. Si spera poi che alcune posizioni opinabili assunte in passato dall’Agenzia sul “vecchio” redditometro siano finalmente superate (anche alla luce della recente giurisprudenza di Cassazione pro contribuente). Una su tutte: la richiesta alla parte di provare il c.d. “nesso eziologico”, ossia  l’analitica dimostrazione di come i risparmi o gli investimenti finanziari siano stati disinvestiti e utilizzati per effettuare proprio quegli incrementi patrimoniali contestati dal Fisco. Per quanto riguarda lo stop alle medie Istat, sicuramente riguarda anche il futuro, resta da verificare come verranno in concreto applicate per quantificare le c.d. “spese per elementi certi”, quelle connesse cioè al possesso di immobili e veicoli.

 

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