Scuola; previste assunzioni in ruolo ma mancano le coperture

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Il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza ha individuato il pacchetto di misure da introdurre nel decreto che la settimana prossima dovrebbe approdare in Consiglio dei ministri; le novità principali sono la devoluzione di più fondi per il diritto allo studio, il potenziamento dei servizi di “welfare” per lo studente, un nuovo piano triennale di assunzioni a tempo indeterminato di docenti e personale Ata e l’eliminazione del “bonus maturità”.

Le buone notizie però finiscono qui, perché su queste proposte sicuramente allettanti per il mondo della scuola, pende già il veto del ministero dell’Economia che ha fatto notare come manchino le coperture finanziarie necessarie per poter attuare questa serie di provvedimenti. Sarebbe necessario trovare almeno 400 milioni di finanziamenti per far si che il pacchetto di misure proposto dalla Carrozza non rimanga solamente una buona intenzione.

I tecnici di Viale Trastevere stanno cercando fra le pieghe del bilancio del Miur di recuperare una parte di fondi per colmare il gap messo in rilievo dalle obiezioni del Mef, per quanto riguarda la parte rimanente dei 400 milioni si stanno cercando fondi esterni. Dall’articolato è già stata eliminata, perché troppo cara, la norma su “Quota 96”, quella che avrebbe permesso a 5-6 mila docenti di raggiungere la pensione, quella vera, ossia con le regole prima vigenti prima della Riforma Fornero.

“E’ invece in corso la trattativa sugli idonei che dovrebbero transitare nei ruoli amministrativi”, dichiara il capo dipartimento per l’Istruzione, Luciano Chiappetta. Una partita, questa, che vale una parte piuttosto importante dei 400 milioni mancanti al conto fatto dal ministero dell’Economia. Nella bozza di articolato non è più presente la norma “salva presidi” per arginare le situazioni difficili che si sono create in alcune regioni, Lombardia su tutte, successivamente all’annullamento del concorso del 2011.

Qui lo stop è giunto dalla Funzione pubblica per scongiurare la nascita di un nuovo contenzioso. Per il momento il pacchetto di misure ideate dal Miur è piuttosto ambizioso, ma soprattutto costoso; certamente, in queste ore, e fino al Cdm, molto dipenderà da come sarà risolta la questione legata alle coperture, che potrebbe far subire, fino all’ultimo momento, ritocchi all’articolato.

Sul fronte scuola, ad esempio, è fissato un incremento di 100 milioni dal 2014 del fondo per il diritto allo studio, altri 15 milioni, sempre dal 2014, sono stanziati per le nuove iniziative di welfare per lo studente. Durante il primo biennio egli istituti tecnici e professionali viene ripristinata un’ora di geografia, il cui costo è 8,5 milioni. 5 milioni saranno stanziati per diminuire la spesa legata ai libri di testo delle medie superiori, altri 5 destinati a progetti contro la dispersione scolastica.

Il punto forte del decreto è l’articolo che prolunga, per i prossimi 3 anni, il piano di assunzioni di docenti e Ata. “Si punta a coprire il turn over previsto nel triennio e tutti i posti disponibili” ha dichiarato Chiappetta. Nella fattispecie parliamo di 26.264 professori normali, 1.608 docenti di sostegno e 13.400 Ata, per un totale di 41.272 posti  e a questi potrebbero sommarsi le cattedre in più sul sostegno.

Il Miur spinge per stabilizzare i posti che al momento sono ricoperti da supplenze e si stima che nel triennio 2014-16 siano qualcosa come 26.684. Se questo numero fosse confermato farebbe salire il bottino del piano triennale a circa 69 mila posti, ma anche qui servono risorse, e c’è da superare sempre lo scoglio rappresentato dalle resistenze del Mef. Per i sindacali sarebbe decisivo chiudere la contesa ” bisogna dare stabilità agli organici e riconoscimento all’impegno professionale delle persone“, sottolinea il leader della Uil Scuola, Massimo Di Menna.

Nel Dl voluto dalla Carrozza – che ieri ha firmato un decreto con 17 milioni per finanziare borse per la mobilità agli studenti che si immatricolano in regioni diverse – dovrebbero infine transitare alcune norme sugli enti di ricerca, sull’Anvur e sui contratti dei medici specializzandi i cui importi saranno decisi ogni 3 anni e non più annualmente.

Alessandro Camillini

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