Maturità 2013, terza prova tra ansia, bigliettini e Facebook

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E’ ufficialmente iniziata in tutti gli istituti italiani di secondo grado la terza prova dell’esame di Stato, lo scritto che chiuderà la prima parte della maturità e darà agli studenti primi, seri indizi su quello che sarà il voto finale.

La famosa terza prova, negli anni, è diventata sinonimo di lotteria: come noto, infatti, dalla sua istituzione nel 1999, è stata più volte descritta come il “quizzone”, talvolta erroneamente, talaltra con cognizione di causa.

Non c’è, infatti, una sola modalità attraverso cui la temuta terza prova può essere svolta: ne esistono diverse, che rispondono più ai criteri degli argomenti e degli indirizzi scelti dai ragazzi, che da vere e proprie manie del corpo docenti di sottoporre gli studenti alle roulette delle risposte a crocette.

Queste ultime, comunque, non mancano, soprattutto nelle scuole a indirizzo tecnico o professionale, ad esempio, dove quesiti specifici richiedono soluzioni precise e dunque adatte alla scelta di soluzioni diverse già proposte. Diverso, invece, il discorso per i licei o per altre scuole, dove, solitamente, le consegne della terza prova coprono argomenti piuttosto vasti e, dunque, adatte all’altra tipologia di esame, quella a risposta aperta.

Anche qui, comunque, esistono differenti profili della terza prova, tra domande singole a risposta lunga di 15-20 righe, a tre domande per materia con massimo 5 righe di spazio per risolvere la consegna. A fare la differenza sarà la Commissione interna, cui è affidata completa autorità di decidere il profilo della prova per i propri studenti, i quali, tra l’altro, non dovrebbero risultare troppo sorpresi nell’impatto con il fatidico foglio, avendo già affrontato delle simulazioni nei mesi conclusivi dell’ultimo anno scolastico.

Ciò che è cambiato e radicalmente, dal 1999, è il mondo con cui i ragazzi coinvolti nella maturità comunicano e si scambiano notizie, sensazioni e suggerimenti tra di loro. Ora, siamo in piena social era e i maturandi di oggi sono i famosi “nativi digitali”, coloro che hanno aperto la propria esistenza tecnologica con gli smartphone e la connessione continua tra coetanei.

Così, a scorrere gli hashtag più popolari su Twitter e Facebook, vediamo come nuovi e vecchi maturandi ripercorrano l’emozione dell’ultimo scritto, tra chi rivela di aver fatto “indigestione di bigliettini” e chi, invece, non teme di rivelare di aver dato qualche aiutino alla propria compagna di banco…

Ancora, c’è chi condivide scaramanticamente un cartello “60 e s’abbracciamo”, per sottolineare che si accontenterebbe anche del minimo pur di chiudere l’esperienza della scuola superiore, o, ancora, chi posta foto della propria notte in bianco a ripassar gli argomenti delle materie uscite nello scritto. Insomma, i tempi sono cambiati ma l’adrenalina, i timori, i sogni e le speranze delle generazioni all’imbocco della vita adulta restano esattamente le stesse.

Francesco Maltoni

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