MoVimento 5 Stelle, la proposta per ridurre gli stipendi in Parlamento

Redazione 08/05/13
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Mentre si continua a dibattere sul problema diaria, che alcuni parlamentari del MoVimento 5 Stelle vorrebbero decidere in autonomia se trattenere o restituire, il partito di Beppe Grillo rilancia la propria proposta per la revisione degli stipendi per i deputati, presentata alla Camera. Un progetto che porterebbe a risparmiare oltre 40 milioni annui dal bilancio statale.

Il documento contiene tutte le indicazioni che il MoVimento ritiene migliorative per aggiornare gli emolumenti destinati ai parlamentari e, in particolare, per tagliare quelle voci di spesa ritenute superflue, che fanno lievitare la busta paga degli eletti alle Camere su cifre esorbitanti.

Basta vedere, infatti, la prima busta paga arrivata proprio nei giorni scorsi a deputati e senatori: oltre 18mila euro netti a circa 50 giorni dall’insediamento ma poche decine di ore effettivamente lavorate a causa delle sparute convocazioni prima della nascita del governo, quando, insomma, il Parlamento era sostanzialmente fermo. Come noto, a divulgare il cedolino dei parlamentari era stata proprio la capogruppo grillina alla Camera Roberta Lombardi, che aveva pubblicato sul proprio blog le scansioni delle voci di stipendio, specificando le percentuali alle quali avrebbe di sua iniziativa rinunciato. VAI ALLA BUSTA PAGAVAI AI RIMBORSI

Un atteggiamento tutto sommato coerente con la presentazione delle modifiche alle mensilità dei parlamentari, firmata dai componenti dell’ufficio di presidenza della Camera, dal vicepresidente di Montecitorio – ed esponente grillino – Luigi Di Maio, oltre ai due segretari di presidenza.

Ma quali sono i contenuti della proposta del MoVimento 5 Stelle sul taglio agli stipendi dei parlamentari, punto imprescindibile del programma elettorale delle liste di Beppe Grillo? Come noto, e come si può leggere dai documenti postati dalla Lombardi, lo stipendio degli eletti in Parlamento si compone di diverse voci. E, per ognuna di queste, il MoVimento 5 Stelle propone un ritocco sensibile, quando non la definitiva cancellazione. Vediamole in dettaglio.

Come indennità parlamentare, che ora ammonta a 10.435 euro lordi, si chiede di sostituire la cifra standard di 5mila euro, sempre al lordo. Quindi, sul problema della diaria, la posizione ufficiale del MoVimento è quella di “accorpare tutte le voci di spesa estranee all’indennità”, con pubblicazione delle spese sostenute sul sito della Camera a certificazione del diritto al saldo.

Riguardo agli altri capitoli, rispondenti a rimborsi per esercizi di mandato, viaggi e spese telefoniche, il MoVimento 5 Stelle chiede dunque la completa abolizione, facendo ricadere eventuali oneri all’interno delle specifiche che dovranno essere segnalate alle Camere.

Quindi, la proposta grillina prende in considerazione anche il trattamento economico in ragione della carica ricoperta. Qui, si propende in sostanza per l’abolizione totale, sia delle indennità d’ufficio, che dei rimborsi telefonici che, da ultimo, dei fondi per le spese di rappresentanza. Sugli organici, invece, si è deciso di non intervenire, mentre sul benefit del telefonino sarà necessario dimostrare l’effettivo bisogno di reperibilità.

Questo piano, a parere dei 5 Stelle, dovrebbe lasciare in cassa un totale di 42 milioni di euro, corrispondente quasi al 30% su base annuale, con tanto di decurtazione a poco più di 8mila euro delle singole mensilità.

Vai alla proposta del MoVimento 5 Stelle per tagliare gli stipendi dei politici

 

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