Inps, il governo pensa a prelevare 11 milioni di sussidi per gli immigrati

Redazione 23/04/13
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Ora che manca un governo nel pieno delle funzioni, che la crisi economica continua a mordere le caviglie soprattutto dei giovani, che centinaia di migliaia di esodati sono ancora in attesa della prima pensione, pare che sia un serbo una nuova, controversa sorpresa che potrebbe mettere in serio pericolo le già prosciugate casse dell’Inps.

A quanto pare, infatti, il governo Monti, in carica per affari correnti da tempo immemore, ma che non ha rinunciato a varare altri provvedimenti urgenti, come il decreto dello sblocco dei pagamenti della Pa verso le imprese, avrebbe in cantiere una proposta shock prima di abbandonare la nave al prossimo, non ancora identificato comandante: riconoscere il diritto al sussidio per i nuclei familiari a basso reddito anche alle famiglie di immigrati.

L’allarme è lanciato dalla Uil-Pa. Si tratta, in realtà, della correzione dovuta a una procedura aperta nei confronti dell’italia, che però l’esecutivo agli sgoccioli starebbe risolvendo nel modo peggiore: pescando proprio nei fondi dell’istituto di previdenza, dove, cioè, i fondi sono ridotti al lumicino, anche in seguito allo scellerato accorpamento con la vecchia Inpdap.

“Nel suo ultimo anelito di vita, il Governo in uscita tenta di affondare un ulteriore duro attacco nei confronti dell’INPS e dei lavoratori dipendenti” così Benedetto Attili denuncia la possibilità che la decisione venga presa in tempi stretti. Secondo la denuncia del sindacato, infatti, sarebbe già pronta la norme che, in base alla legge 448/1998, (art.65) riconoscerà anche alle famiglie di extracomunitari residenti nel nostro Paese i  sussidi per i nuclei a basso reddito.

E tutto ciò, secondo la Uil, avrebbe un costo già definito: 11 milioni di euro che sarebbero prelevati proprio dalle tasche della previdenza nazionale: “Siamo di fronte ad un nuovo ed inaccettabile tentativo dell’esecutivo di minare alle basi la funzionalità dell’Istituto e di compromettere seriamente la sostenibilità delle politiche previdenziali già fortemente depotenziate a seguito di interventi sconsiderati”.

Il portavoce sindacale, in ogni caso tiene a precisare che “non entriamo assolutamente nel merito dell’iniziativa sociale, che consideriamo lodevole e degna di un Paese civile,  ma contestiamo fermamente la soluzione finanziaria  adottata”. Dunque, si tratterebbe di conservare le finanze faticosamente messe da parte dai lavoratori dipendenti in decenni di attività: “Non consentiremo ad alcuno di perpetrare il depauperamento del nostro patrimonio previdenziale, vanificando i sacrifici dei lavoratori dipendenti che quel patrimonio lo hanno faticosamente costituito per finalità che nessuno ha il diritto di alienare”.

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