Delitto Udine: sequestrati i profili Facebook delle due 15enni

Letizia Pieri 10/04/13
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Proseguono le indagini per l’omicidio del 61enne, pensionato delle ferrovie dello Stato,  Mirco Sacher. Stando a quanto trapelato dagli ambienti investigativo-giudiziari, le due ragazze di quindici anni, responsabili di essersi costituite e di aver confessato ai Carabinieri il compimento del delitto, avrebbero eseguito, durante la fuga, un prelievo con la carta bancomat della vittima. L’operazione insinua il sospetto che le adolescenti potessero già essere a conoscenza del codice della carta. Secondo le iniziali ricostruzioni delle forze dell’ordine, il bancomat sembrava essere custodito nel portafogli che la vittima conservava in auto, tuttavia non si è ancora appurato se l’uomo sia stato o meno rapinato o se la carta sia stata precedentemente rubata dal portafogli dell’anziano. La rilevazione al momento più significativa rimane quella che accerta come, nel corso degli ultimi tempi, sarebbero stati effettuati numerosi prelievi.

Gli investigatori hanno, nel frattempo, posto sotto sequestro le pagine Facebook delle due ragazzine. Presumibilmente si procederà ora con la nomina di un consulente informatico deputato al vaglio delle caselle di entrambe le giovani, ed alla ricerca di elementi indiziari utili alla ricostruzione omicidiaria, delineandone almeno i perimetri principali. Da quanto appreso, almeno una delle due quindicenni avrebbe utilizzato il social network con larga assiduità; l’altra, invece, risulta meno avvezza alla Community. E’ opinione degli agenti investigativi che le due adolescenti possano aver affidato ai rispettivi diari online riflessioni e confidenze che in qualche modo potrebbero rivelarsi utili ai fini investigativi. È stata affidata, per oggi, all’anatomopatologo Carlo Moreschi, dietro affiancamento di un collega, l’autopsia sul corpo di Sacher.

L’esame autoptico, che gli stessi inquirenti ribadiscono quale tappa fondamentale per determinare le cause del decesso e dunque per agevolare il prosieguo delle indagini nei confronti delle imputate, dovrà specificare le precise modalità con le quali è avvenuta la morte del pensionato, se tramite effettivo strangolamento così come dichiarato dalle ragazze o se viceversa mediante diversi incentivi. Sul cadavere difatti, dal primo esame epidermico e pertanto approssimativo, non sono stati trovati segni evidenti di violenza, ad eccezione di alcune tracce lievi all’altezza del collo. In data odierna, il giudice per le indagini preliminari dovrebbe anche proporre la richiesta di convalida del fermo per entrambe le giovani. Qualora venisse accettata la convalida, i giudici si dichiarano intenzionati a chiedere nei confronti delle adolescenti non la detenzione carceraria, bensì un distinto “collocamento comunitario“. Attualmente le due ragazzine sono trattenute presso una struttura protetta di Trieste. A rappresentare i rispettivi interessi interverranno i legali Federica Tosel di Udine e la collega Santina Campo di Palermo.

Letizia Pieri

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