Governo: Bersani, Berlusconi e l’eterna tentazione della Bicamerale

Redazione 27/03/13
Scarica PDF Stampa
Tramontata l’ipotesi di governo con il MoVimento 5 Stelle, Pier Luigi Bersani non si rassegna ad alzare bandiera bianca. Nonostante l’incontro in streaming con i grillini si sia concluso secondo le aspettative, il segretario Pd non ha ancora abbandonato la speranza di raggranellare una maggioranza in Senato.

Ormai, però le alternative latitano. Tra i pretendenti, in grado di spostare gli equilibri a palazzo Madama, resta soltanto il Popolo della libertà. E, per convincerlo, pare che le staffette tra democratici e Pdl abbiano già messo nero su bianco un punto fermo: se davvero grosse koalition sarà, non si potrà prescindere dall’istituzione di una Commissione per le riforme.

Un organo che ha lo stesso profilo di una vecchia conoscenza della politica italiana, uno dei simboli che più hanno contraddistinto la stagione della Seconda Repubblica: la Bicamerale. E non è tutto, a guidare questa nuova Commissione, dovrebbe essere, in base al preaccordo, un esponente del centrodestra.

Anche la roadmap sarebbe già segnata: due semplici ordini del giorno dopo il battesimo dell’esecutivo e tempo un semestre per arrivare alla stesura di una nuova versione della seconda parte della Costituzione, sulla quale poi il Parlamento sarebbe chiamato a dare il proprio bollino di certificazione.

Insomma, riaffiora, in queste ore convulse, una tentazione mai sopita della politica italiana, quella di dare vita a un consesso al fine di ristrutturare i pilastri della convivenza civile, regolati dalla Carta fondamentale.

La strada per la Bicamerale 2.0, però, sembra già in salita perché il Pdl, in cambio della fiducia al governo, non si accontenterebbe di guidare il nuovo tavolo delle riforme: vorrebbe anche, tra le proprie schiere, colui che prenderebbe il ruolo di cerimoniere di questo restyling alla Carta, il successore di Giorgio Napolitano al Quirinale.

La partita, insomma, è tutta da giocare. Che Bersani, nel suo ipotetico governo, abbia l’intento di mettere mano alla Costituzione, non è un segreto, avendolo egli stesso affermato nell’incontro coi rappresentanti grillini concluso in un nulla di fatto. Ora, però, tentare nuovamente con il centrodestra su un piano così inclinato rischia di immolare definitivamente le sue ambizioni da premier.

Vai allo speciale consultazioni di governo

Redazione

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento