Piccola riflessione a margine della sospensione di tre mesi per Sallusti

Renato Savoia 25/03/13
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Ingrato compito, quello che mi affida la redazione di LeggiOggi, ovvero quello di parlare della sospensione di tre mesi comminata al giornalista  Alessandro Sallusti per i noti articoli pubblicati per i quali era stato arrestato (o almeno dovrebbero esserlo, e se non lo fossero potete cercare all’interno di questo sito e troverete diversi pezzi sull’argomento, compreso uno dello scrivente).

Perchè ingrato?

Perchè so già in partenza che è come percorrere una stretta gola di montagna sapendo che sui due lati sono posizionati i tiratori delle due opposte fazioni, cioè quelli per cui Sallusti non merita nemmeno il titolo di giornalista e figuriamoci quindi qualsivoglia difesa e quelli per cui rappresenta un paladino della libera informazione.

Ciò premesso, non mi sottraggo ai miei “due centesimi”.

Anzitutto va detto che da un punto di vista giuridico non funziona collegare il provvedimento di grazia concesso dal presidente Napolitano (in virtù del quale la sanzione definitiva della reclusione venne sostituita da una pena pecuniaria) con la sanzione disciplinare inflitta dall’Ordine dei giornalisti della Lombardia (quindi in primo grado, e va detto che che resta da vedere cosa deciderà poi l’Ordine Nazionale dei giornalisti, che potrebbe confermare, revocare  o modificare la sanzioen disciplinare).

Infatti, e questo vale per tutti i settori (inclusi gli avvocati, per esempio), il profilo disciplinare è cosa ontologicamente diversa dal rilievo penale della vicenda (tanto per essere chiari: ci sono comportamenti deontologicamente vietati che da un punto di vista penale non hanno alcun rilievo).

Peraltro, che il collegamento tra la grazia e la sanzione disciplinare è abbastanza normale che venga speso nel campo della battaglia più decisamente politica. Lo stesso Sallusti, infatti, nel suo finora unico tweet sulla vicenda non si è certo sottratto: “Graziato da Napolitano per manifesta ingiustizia, condannato dai colleghi a tre mesi di sospensione. Buffoni“.

Certo, considerata la mano leggera che storicamente i giornalisti hanno avuto verso i proprio colleghi, una sospensione di tre mesi per un articolo nemmeno scritto dal Sallusti, che ne risponde solo a titolo di omesso controllo in quanto direttore responsabile, a me pare francamente un po’ (molto) eccessiva.

Difficile dire di più al momento, considerato che le motivazioni non sono ancora state rese note.

Peraltro, è facile previsione che il provvedimento verrà impugnato davanti all‘Ordine nazionale, presieduto da quell’Enzo Jacopino che si sedette in aula dietro a Sallusti in occasione  dell’udienza, sempre collegata a questa vicenda, per tentata evasione (da cui Sallusti venne assolto).

Ne riparleremo.

Renato Savoia

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