Anticorruzione PA: Comuni ed enti adottano i piani entro il 31 marzo

Redazione 18/03/13
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Entro il 31 marzo gli enti locali dovranno approvare il piano per la prevenzione della corruzione, facendo fede soprattutto alle linee – guida approvate dal Comitato interministeriale per la creazione del Piano nazionale che risalgono al 12 marzo. La legge 190/2012 identifica come premessa per l’acquisizione dello strumento preventivo della corruzione da parte degli enti locali (ma anche da parte delle amministrazioni pubbliche) proprio le linee – guida, in virtù delle quali i Comuni e le Province hanno adesso la facoltà di regolare il proprio piano in base ad una struttura essenziale.

Le linee fornite dal Comitato interministeriale contribuiscono a dare un nuovo impulso rivolto all’assunzione in tempi brevi dei piani triennali, che devono garantire un contenuto minimo che aderisca all’obiettivo obbligato della selezione preventiva delle sfere di attività amministrativa più esposte al rischio della corruzione, “mappatura del rischio”.

Gli strumenti di analisi devono essere impostati in modo tale da essere adeguati alle funzioni amministrative specifiche effettuate e alla realtà di ciascun contesto, evidenziando in ordine i destinatari e con metodologie di redazione che li rendano facilmente interpretabili. Devono poi concentrarsi sui contenuti; infatti le linee – guida mettono in risalto come le attività già selezionate dalla legge n.190/2012 come più quelle più a rischio corruzione (autorizzazioni, gare, concessione di benefici, concorsi) rappresentino il centro nevralgico, che può e deve essere allargato da ogni amministrazione.

La redazione del piano deve determinare il coinvolgimento dei dirigenti e di tutto il personale delle amministrazioni che si occupa di quelle aree maggiormente a rischio nelle attività di analisi e valutazione, di proposta e definizione delle misure e di monitoraggio. Ulteriore elemento di rilievo è rappresentato dal monitoraggio, per ogni attività, del rispetto dei termini di conclusione del procedimento.

Dal punto di vista regolativo, il documento deve riscontrare, in relazione al livello di rischio, le misure di contrasto già utilizzate che sono rappresentate da procedimenti a disciplina rinforzata, controlli specifici, particolari valutazioni ex post dei risultati raggiunti, particolari misure nell’organizzazione degli uffici e nella gestione del personale addetto, particolari misure di trasparenza sulle attività svolte.

In alternativa è possibile indicare le misure che mediante lo strumento ci si prefigge di adottare o che sono  definite direttamente dal medesimo. La parte principale del Piano è, infatti, proprio la selezione delle misure di natura generale che l’amministrazione ha assunto o vuole assumere per combattere il rischio di corruzione. Assume una rilevanza specifica, fra queste, l’inserimento di adeguate forme interne di controllo rivolte specificamente alla prevenzione e all’emersione di vicende di possibile esposizione al rischio corruttivo.

Risulta palese il rapporto molto stretto con il sistema di controlli interni proveniente dal rinnovato articolo 147 del Tuel. Particolare attenzione deve essere fatta anche per adottare sistemi congrui di rotazione del personale addetto alla aree ritenute a rischio, con l’accortezza di conservare continuità e coerenza degli indirizzi e le necessarie competenze delle strutture.

Le amministrazioni, dunque, eviteranno il consolidamento delle posizioni di “privilegio”, che rappresentano quelle a più alto rischio, nella gestione diretta di alcune attività legate alla circostanza che il medesimo funzionario prenda in carico personalmente per lungo tempo dello stesso tipo di procedure e si interfacci sempre con gli stessi utenti.

Nel piano devono essere inserite anche misure che assicurino il rispetto delle norme del Codice di comportamento dei dipendenti delle Pubbliche amministrazioni, nonché mirato a garantire la sorveglianza sulle varie problematiche riguardanti il conferimento di incarichi ai dipendenti. Lo strumento specifico, inoltre, deve essere chiaramente correlato con il piano della performance e con il piano della trasparenza.

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