ANF: “No a consulenza legale di CNF e Ordini. Concorrenza indebita agli avvocati”

Redazione 13/03/13
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Riforma forense, come annunciato la messa in atto si rivela non meno problematica dell’approvazione. A distanza di tre mesi dal sì definitivo del Parlamento alla legge che ha rifondato l’avvocatura, e 60 giorni dopo la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, arrivano le prime scintille tra gli organi interessati.

Ad aprire la contesa, Anf e il Consiglio nazionale forense, in forte disaccordo sulla realizzazione del cosiddetto “Sportello per il cittadino”, che lo stesso Cnf ha inserito tra le urgenze assolute nell’attuazione della nuova legge professionale.

Nelle settimane successive all’entrata in vigore, infatti, i Ministeri e, in particolare, il Consiglio degli avvocati, hanno individuato, tra le materie inapplicabili istantaneamente, quelle prioritarie. 

La formulazione di una lista di temi dalla massima importanza, è dovuta al fato che saranno necessari, con ogni probabilità, fino a due anni per la piena attuazione della normativa forense approvata il 21 dicembre 2012. Ad allungare i tempi, infatti, saranno i passaggi amministrativi e burocratici per la ratificazione degli atti – in particolare dei decreti attuativi – che dovranno passare al vaglio sia del Ministero della Giustizia che dello stesso Cnf.

Così, ecco che emergono le prime, forti divergenze sui temi da affrontare nell’immediato. In particolare ad accendere la miccia delle polemiche è proprio lo Sportello del cittadino, che, secondo l’Anf sarebbe “una scelta abbastanza incomprensibile rispetto ad altre più urgenti”.

A mancare il punto, secondo le critiche dell’Anf sarebbe il fatto che l’istituto “si allontana dalla legge di riferimento, per esempio, spingendosi a regolare (art. 5 e 6) l’istituzione dell’elenco dei professionisti addetti allo sportello, le incompatibilità, la gratuità, la distinzione per competenze, i potenziali conflitti di interesse, le violazioni del regolamento”.

L’attacco dell’Anf prosegue, poi, sulla propensione dello sportello a rendere chiari tempi e azioni realizzabili in sede di giudizio, ex articolo 2. In questo modo, secondo la bocciatura dell’Anf “si rischia concretamente una sovrapposizione con l’attività che gli avvocati svolgono nei loro studi a favore dei propri assistiti.”.

Addirittura, nel progetto di Sportello per il cittadino contenuto nella riforma forense e che il Cnf avrebbe tanta fretta di applicare, si scorgerebbe un’apertura alla mediazione laddove si indica la disponibilità a “indirizzare, i cittadini verso procedure di risoluzione alternativa delle controversie, come ad esempio le camere arbitrali e la conciliazione. Un po’ come dire al legislatore che siamo per la reintroduzione tout court della conciliazione che tanto abbiamo avversato negli anni scorsi”.

Quale dovrebbe essere, dunque, la funzione dei tanto osteggiato Sportello a parere dell’Anf? Secondo il segretario generale Perfiano, “dovrebbero fornire indicazioni anche sulla pattuizione del compenso, sui doveri degli avvocati, la prevedibile misura del costo della prestazione professionale”.

In realtà, però, le premesse indicano una direzione totalmente in antitesi con quella ideale, addirittura concorrenziale verso i professionisti del foro: “Il rischio reale – conclude il segretario Anf – è che presso lo sportello venga svolta, al di fuori della previsione legislativa, un’attività di vera e propria consulenza legale, di fatto, in concorrenza con gli stessi avvocati.” La battaglia per l’attuazione della riforma forense è appena cominciata ma i toni sono già elevati.

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