Riforma del lavoro, come cambiano i contratti dal primo gennaio 2013

Redazione 03/01/13
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Se il governo tecnico ormai è diretto in archivio, con le elezioni alle porte, altrettanto non si può dire delle riforme che l’esecutivo “d’emergenza” guidato da Mario Monti ha messo in piedi nei suoi 13 mesi di reggenza.

D’ora in avanti, infatti, si faranno sentire sui cittadini le vere misure adottate dalla squadra di tecnici. Prima tra tutte, la riforma del lavoro, contestatissima nelle settimane della sua approvazione, che dal primo gennaio sprigiona sul mondo occupazionale la vera ventata di novità che era nei propositi del ministro Fornero.

Con l’arrivo del nuovo anno, sono infatti molteplici le misure entrate in vigore a seguito della nuova legge sull’occupazione, sia nel comparto dei contratti, che in quello del welfare. La riforma, approvata lo scorso luglio, può infatti dirsi in gran parte attuata solo a partire dall’inizio del 2013. Vediamo, dunque, cosa cambia nel mondo del lavoro con l’anno appena cominciato sul fronte degli accordi contrattuali.

Tanto per cominciare, dal primo gennaio sono validi i nuovi parametri per la definizione dei contratti di apprendistato, fortemente incentivati dall’impianto della riforma Fornero a discapito dei cosiddetti contratti “a termine”. Ora, il rapporto tra questi ultimi e le maestranze qualificate, in azienda, deve corrispondere a 2 ogni 3 al di sopra dei 10 addetti.

Per i contratti intermittenti, restano validi i termini fino al prossimo 18 luglio, così come per la validità delle vecchie partite Iva, fino a quando, cioè, la riforma compirà un anno di vita.

Addio, invece, ai cosiddetti contratti di inserimento, tipologia che viene di fatto abrogata e rimpiazzata da specifici incentivi all’occupazione.

Tra le agevolazioni, al via dal primo gennaio il bonus assunzioni con sgravio contributivo al 50% per le aziende che assumono lavoratori sotto i 50 anni e senza lavoro da almeno 12 mesi (o donne di qualsiasi età), che potrà arrivare a 18 mesi in caso di contrattoa  tempo indeterminato.

Intanto, il 18 gennaio decade una duplice delega conferita al governo, quella sulla disciplina dei servizi per l’impiego e l’altra, specifica, sui livelli essenziali delle prestazioni e sulla validazione degli apprendimenti.

Capitolo fiscale: dal primo gennaio hanno effetto l’addizionale dell 1,4% sui rapporti non a tempo indeterminato, la nuova imposta sui licenziamenti e i nuovi contributi per artigiani, commercianti e autonomi.

Resta inevaso un altro, fondamentale punto: quello sui tirocini, la cui delega inserita in riforma del lavoro è in scadenza il 14 gennaio e, con ogni probabilità, non verrà esercitata dato che il governo è vicinissimo al capolinea.

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