Durc irregolare per ritardi pagamenti PA: dal Tar Puglia, forse una soluzione

Redazione 22/11/12
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Un ciclone potrebbe abbattersi sul circolo vizioso costituito dai ritardi nei pagamenti della PA, che comportano l’impossibilità per le imprese di mettersi in regola con i contributi previdenziali e dunque di ottenere un Durc regolare, che comporta, a sua volta, l’esclusione dalle gare d’appalto e l‘impossibilità di essere pagate proprio a causa di tale irregolarità.

E’ di qualche mese fa un’ordinanza del Tar Puglia secondo cui “la previsione normativa di cui all’art. 13 bis, comma 5 decreto legge n. 52/2012 convertito, con modificazioni, nella legge n. 94/2012 può ritenersi immediatamente operativa anche in mancanza di decreto ministeriale attuativo”.

La Prima Sezione presieduta da Laura Marzano, con l’ordinanza n. 677/2012, accoglie infatti l’istanza cautelare di un’azienda che chiedeva l’annullamento del Durc irregolare rilasciato ad alcuni comuni e del provvedimento INPS con il quale si negava la compensazione dei debiti richiesta dalla stessa.

L’ordinanza fa riferimento all’art. 13 bis, comma 5 decreto legge n. 52/2012 convertito, con modificazioni, nella legge n. 94/2012 che stabilisce “Il documento unico di regolarita’ contributiva di cui all’articolo 1, comma 1175, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e’ rilasciato anche in presenza di una certificazione, rilasciata ai sensi dell’articolo 9, comma 3-bis, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, come da ultimo modificato dal presente articolo, che attesti la sussistenza e l’importo di crediti certi, liquidi ed esigibili vantati nei confronti delle pubbliche amministrazioni di importo almeno pari agli oneri contributivi accertati e non ancora versati da parte di un medesimo soggetto”.

La norma sulla “certificazione” dei crediti richiamata dal Tribunale Amministrativo Pugliese sancisce infatti che “Su istanza del creditore di somme dovute per somministrazioni, forniture e appalti, le regioni e gli enti locali nonché  gli enti del Servizio sanitario nazionale certificano, nel rispetto delle disposizioni normative vigenti in materia di patto di stabilita’ interno, entro il termine di trenta giorni dalla data di ricezione dell’istanza, se il relativo credito sia certo, liquido ed esigibile, anche al fine di consentire al creditore la cessione pro soluto o pro solvendo a favore di banche o intermediari finanziari riconosciuti dalla legislazione vigente”.

La nuova normativa introdotta con la c.d. Spending Review (Decreto-Legge 52/2012 convertito con modificazioni dalla L. 6 luglio 2012, n. 94) prevede inoltre che “con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono stabilite le modalità  di attuazione del presente comma, assicurando l’assenza di riflessi negativi sui saldi di finanza pubblica”.

Tuttavia il Tar Puglia ha ritenuto che la normativa debba ritenersi immediatamente operativa anche in mancanza del suddetto decreto ministeriale, dovendosi pertanto effettuare ai fini del rilascio del Durc la compensazione dei debiti previdenziali con i crediti vantati nei confronti delle pubbliche amministrazioni.

Pertanto, nel caso concreto, sussistendo il credito della società ricorrente verso i Comuni in misura maggiore dell’importo del debito verso gli Enti previdenziali e sussistendo il presupposto cautelare del periculum in mora, in considerazione delle difficoltà cui andrebbe incontro la società ricorrente, a seguito dell’emissione di un DURC irregolare, nell’incassare i corrispettivi d’appalto, il Tar Puglia ha accolto l’istanza cautelare richiesta sospendendo l’efficacia degli atti impugnati.

Un’ordinanza, quella del Tar Puglia, di un coraggio e di una importanza non indifferente, che dà fondate speranze alle imprese che non riescono a stare in regola con i versamenti contributivi e quindi ad ottenere un DURC regolare a causa del ritardo nei pagamenti da parte delle PA .

Redazione

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