Unione Popolare sabato in piazza contro la Rai dei partiti

Redazione 15/11/12
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Unione Popolare, dopo aver raccolto ben 1.305.000 firme attraverso il referendum per tagliare gli stipendi d’oro ai parlamentari, continua la sua “rivoluzione gentile” chiamando a raccolta, sabato 17 novembre, i cittadini a una manifestazione dal titolo “Riprendiamoci le chiavi del Paese”.

Il movimento guidato da Maria Di Prato, nell’attesa di consegnare, ai primi giorni del 2013, le sottoscrizioni raccolte con l’istanza referendaria, mette sotto accusa “l’uso spregiudicato da parte dei partiti dello Stato e delle sue Istituzioni”.

Liberta’, democrazia e pluralismo, nel nostro Paese non esistono più”, attacca la coordinatrice nazionale di Unione Popolare. “Siamo prigionieri di un gruppetto di individui, che si sono impadroniti dello Stato e delle sue istituzioni”, sostiene Maria Di Prato.

Dunque, il movimento non ha più voglia di stare a guardare: “E’ il momento di agire, a partire dalla Rai, terra dell’informazione pubblica, totalmente sottomessa al monopolio dei partiti“.

Per questa ragione, sabato, nel corso del corteo, verrà consegnata simbolicamente una chiave al presidente Rai Anna Maria Tarantola, affinché possa liberare il servizio pubblico dall’influsso dei soggetti politici.

“Tutto questo è pazzesco – continua la Di Prato – se pensiamo che esiste una Costituzione e delle Leggi dello Stato, che impongono un pluralismo aperto alle diverse tendenze politiche. La Rai deve tornare ad essere servizio pubblico vero“.

La manifestazione di Unione Popolare prenderà il via alle 10.30 da Piazza Mazzini, Roma e si concluderà proprio davanti agli ingressi della sede Rai di viale Mazzini.  “La consegna alla Presidente Tarantola della una simbolica chiave – spiega il gruppo in una nota – vuole richiamare l’apertura delle porte al diritto di dare e ricevere informazione“.

E le contromisure eventuali sono già previste: “Se ciò’ non dovesse accadere – conclude la Di Prato – boicotteremo il pagamento del canone Rai e ci rivolgeremo al Tar del Lazio nonché alla Corte Europea dei Diritti dell’uomo, per tutelare i diritti del popolo italiano”.

Redazione

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