New York City dopo Sandy

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Un Halloween così New York City non lo aveva mai vissuto. Sandy, l’unico mostro veramente spaventoso in questi giorni normalmente caratterizzati dalle feste in maschera e dal “trick or treat” porta a porta, è già passato, catapultando i newyorkesi in una surreale due giorni di terrore degna di un thriller hollywoodiano.

Anche la tradizionale parata del Greenwich Village è stata annullata, Sandy ha portato troppo scompiglio nelle stradine posh del quartiere che ogni anno il 31 ottobre si riempie di ragazzi festanti in costume. Soprattutto, come dichiarato dal sindaco Bloomberg, non ci sono agenti di polizia da poter assegnare al controllo dell’area, la NYPD ha troppo da fare, meglio rinviare.

La cancellazione della parata è pochissima cosa rispetto ai veri problemi causati dalla furia di Sandy. Mentre il bilancio delle vittime sale a 55 si contano le case andate in fiamme a Breezy Point nel Queens, si cerca di asciugare le villette di Long Island e Staten Island e si calcolano i danni arrecati alla più celebre Jersey Shore. In tutto questo, metà Manhattan è ancora al buio, con la centrale conEdison (il gestore locale dell’energia elettrica) di 13th Street completamente fuori uso. Il conto degli utenti senza corrente sulla Costa Est è sceso da 8 milioni a 6,5 questa mattina, ma per il ripristino del servizio si prevedono diversi giorni di lavoro.

Il passaggio di Sandy ha lasciato una scia di danni e devastazione che imporrà agli abitanti della Grande Mela intere settimane di disagi, a cominciare da stamattina. Sul sito provvisorio di Gawker, i cui server sono andati in tilt durante l’uragano, l’articolo “How to get to work today” mostra le poche alternative a disposizione per il “commute”, ossia il tragitto casa-ufficio normalmente facilitato dalla Subway. “Non ci sono bus tra Manhattan e Brooklyn”, informa Gawker. “Non prendete i taxi, piuttosto camminate”, twitta John Podhoretz della rivista Commentary, che evidenzia anche lo stato di estrema congestione a Midtown West dovuto alla gru ancora pendente a 57th street.

Una buona notizia è quella annunciata pochi minuti fa dal Governatore Cuomo, che ha anticipato un pur parziale ripristino della circolazione della Subway già a partire da domani. Purtroppo però per la completa riapertura della metropolitana si dovranno attendere giorni, se non settimane. Una dichiarazione del CEO di MTA Joe Lhota di ieri sera descrive i danni provocati da Sandy come “i più disastrosi in 108 anni di storia della Metropolitana di New York”.

Un video pubblicato da MTA sul proprio sito e su YouTube testimonia la gravità della situazione. Nel filmato un operaio con torcia elettrica e camera a mano si avventura nella stazione di South Ferry, davanti al molo da cui parte il traghetto per Staten Island, alla punta estrema di Manhattan. L’acqua, che gli arriva alle caviglie al livello sotterraneo dove si trovano i tornelli d’ingresso, ha inondato fino al soffitto il tunnel di accesso ai treni. Le scale che conducono alle piattaforme non si vedono nemmeno, sono sommerse.

Ciononostante alle 9:50 di oggi il trading floor di Wall Street è stato riaperto, Newark e JFK operano in regime di servizio limitato (La Guardia, invece, resta chiuso fino a data da destinarsi). Anche all’indomani della tempesta perfetta, New York non si ferma per nessuno. Neanche per Barack Obama.

Ieri il Presidente ha dichiarato lo stato di emergenza per lo Stato di New York che ora potrà avere accesso a fondi speciali per la ricostruzione e la predisposizione di alloggi temporanei per le vittime di Sandy. Obama ha anche espresso il desiderio di visitare New York City, una richiesta gentilmente declinata dal sindaco Bloomberg durante una conferenza stampa ieri pomeriggio: “Ci piacerebbe molto averlo qui, ma abbiamo veramente troppo da fare”.

In queste ore Bam è in visita al quartier generale della FEMA (Federal Emergency Management Agency), poi volerà alla volta di Atlantic City, New Jersey, la città dei casinò e del boardwalk più famoso d’America, gravemente danneggiato da Sandy. Mitt Romney, invece, riprende la sua campagna elettorale dalla Florida. Con il 6 Novembre sempre più vicino, neanche la macchina elettorale accetta di fermarsi, nonostante Sandy.

Francesca Giuliani

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