Università, j’accuse contro le mutande: “Se in vista, niente esame”

Redazione 21/09/12
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Preciso ai signori studenti che non verrà più tollerata la esibizione di mutande od altro abbigliamento intimo“. E’ questo l’editto di Giovanni Cocco, professore di Giurisprudenza di Cagliari, che ha pubblicato sul sito web della sua facoltà un messaggio rivolto a tutti gli studenti in procinto di sostenere l’esame di Diritto Penale.

La bolla, che va sotto l’intestazione “Abbigliamento con cui presentarsi a esami e lezioni” è stata un atto necessario, ma obbligato, a detta dello stesso docente, che ha infatti aperto il suo intervento dichiarandosi per primo “ stupito di dovere imporre minime regole di rispetto nei miei confronti e della commissione con riguardo all’abbigliamento“.

Con una punta di risentimento, il professor Cocco ha infatti specificato che non dovrebbe destare stupore come all’interno di un luogo “sacro” come quello universitario non si possa mettere in evidenza il proprio abbigliamento intimo, diversamente da quanto accade in discoteca, spiaggia o nell’intimità della propria abitazione.

Addirittura, il vezzo di tanti giovani a portare i pantaloni a cavallo basso, mettendo in evidenza le mutande, viene tacciato dal professore come “la penultima moda idiota” e precisamente quelle ostentazioni a cui egli si è trovato ad assistere in sede di esame “con pantaloni ampiamente calati ad esibire pressoché integralmente le mutande“.

Il rispetto reciproco è alla base di qualsiasi convivenza e d’ora in poi una siffatta mancanza di rispetto impedirà che si proceda ad esaminare l’autore (ovviamente di qualsivoglia genere)” sancisce il docente nel suo j’accuse contro la mutanda troppo in vista. E tutto ciò “a parte la ridicolaggine di chi pensa di fare la rivoluzione o affermare la propria personalità in – e con le – mutande (ancorché acquistate a caro prezzo e con il marchietto da esibire)“.

Guerra totale, insomma, allo sfoggio dell’intimo dentro le aule dell’università: un’iniziativa che, dai primi resoconti, par abbia riscosso qualche apprezzamento, anche se, come prevedibile, viene rivestita di una serietà molto ridotta rispetto ai toni severi del professor Cocco. Basta che, in Diritto penale, per avere un bel 30 il problema non diventi esibire o meno i propri indumenti intimi, ma rimanga quello di conoscere a menadito articoli e disposizioni di legge.

Redazione

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