Governo, dopo le riforme parte la volata: sei mesi per 350 regolamenti

Redazione 28/08/12
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Rendere operative le misure approvate dal Parlamento, dimostrando che, sotto la spessa coltre di fumo, l’arrosto non manca ed è pure parecchio invitante. E’ questo il punto di partenza per il semestre finale di Mario Monti a palazzo Chigi, sebbene, dalle parti dell’esecutivo, non abbiano alcuna voglia di chiudere con le legiferazioni.

Dal suo insediamento, il governo del professore ha varato decreti in successione – dal salva-Italia alla riforma del lavoro, dalla spending review al decreto sviluppo – che necessitano, oggi, di ben 350 provvedimenti per incidere sulla sostanza e non soltanto nella forma dell’ordinamento giuridico. I tecnici, insomma, dopo la stesura delle riforme a tempo di record, arrivate in porto anche in virtù del ricorso nient’affatto raro al voto di fiducia, scendono dalla cattedra per fare attecchire a livello sociale, economico e istituzionale le novità introdotte in materia di economia, lavoro e amminstrazione.

Il lavoro non si preannuncia agevole, considerando il breve intervallo a disposizione: marzo 2013 è infatti la scadenza naturale della legislatura, ma campagna elettorale e le scadenze di fine anno potrebbero accorciare ulteriormente la già striminzita finestra temporale. Oltretutto, alcune misure messe in adozione e ratificate dal Parlamento, presentano particolari di definizione e di riorganizzazione assai ostici, vedi il turnover dei dipendenti nelle Province che secondo la spending review dovranno essere accorpate.

Non da ultimo, si attendono i decreti attuativi anche per gli esuberi annunciati nella pubblica amministrazione, alla quale, per il momento, è stato imposto un taglio delle piante organiche del 10% dei dipendenti e del 20% dei dirigenti, senza specificare la mappa entro cui queste decurtazioni di personale si abbatteranno e, sorpattutto, l’incidenza che queste avranno negli enti centralizzati e, di riflesso, su quelli locali.

Questioni tutt’altro che irrilevanti, come si vede, che dovranno essere definite al più presto per non lasciare solo sui testi normativi il lavoro del professor Monti e dei suoi ministri.

A questo proposito, è il titolare della Funzione Pubblica Filippo Patroni Griffi a lanciare a volata finale per il governo tecnico. Intervistato dal Corriere della Sera,  il ministro spiega la rotta che la “squadra speciale” per l’attuazione delle riforme, in compagnia del sottosegretario Antonio Catricalà e del ministro per i Rapporti col Parlamento Piero Giarda, intende seguire per concretizzare il programma dell’esecutivo.

“Propporrò un cronoprogramma a Giarda e Catricalà – anticipa Patroni Griffi – con tutte le scadenze richieste alle singole amminstrazioni. Per le Province, servirà un decreto che “zonizzi” tutte le nuove circoscrizioni provinciali. parallelamente, bisogna emettere il regolamento per l’organizzazione di tutti gli uffici periferici dello Stato

Sui tagli al pubblico impiego, il ministro specifica che si tratta di una misura “irreversibile. Una volta ridefintii gli organici non solo capiremo il fabbisogno reale,ma potremmo addirittura mettere a regime una politica di assuzione di giovani nei posti che si libereranno”. Tutto ciò, assicura Patroni Griffi “avverrà entro il 31 ottobre, in modo da definire quante sono le eccedenze di personale, quante potranno essere smaltite con prepensionamenti e quante con mobilità”

Gran finale del governo, che in una visione ideale dovrebbe riconciliare la fase di emanazione legislativa e quella di regolamentazione operativa, avverrà a inizio 2013, con lo screening delle competenze degli uffici dei ministeri e le politiche di spesa da essi attuati. Un punto d’arrivo per una strategia politica, quella del team di Monti, che ha promesso di dedicarsi, al più presto, ai costi standard del settore pubblico, così come al patto di stabilità e alle zavorre finanziarie di cui gli enti si sobbarcano. “Ogni aministrazione, ogni anno dovrà fare la sua spending review. Così – conclude Patroni Griffi – potremo arrivare a dire: questa competenza non la faccio più e mi concentro su queste altre”.

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