Rifiuti elettronici, nuova direttiva europea. Cosa cambia sui RAEE

Redazione 31/07/12
Scarica PDF Stampa
Entrerà in vigore a ridosso di ferragosto la direttiva 2012/19/UE sui Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, per gli addetti ai lavori conosciuti con l’acronimo di RAEE. La direttiva è stata emanata dopo il via libera congiunto in sede istituzionale, espresso dal Parlamento europeo e dal Consiglio, che hanno preceduto la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea, avvenuta ieri.

Così, dal 14 agosto, avranno valenza le nuove norme sulla raccolta di questi rifiuti speciali,  anche se i Paesi contraenti avranno tempo fino al 14 febbraio 2014 per integrarle nel proprio ordinamento nazionale. Spesso abbandonati in vere e proprie discariche a cielo aperto, i RAEE producono spesso pesanti ricadute ambientali e sulla salute delle persone. Vecchi apparecchi come televisori, frigoriferi, forni elettrici e via dicendo possono infatti contenere dei metalli che, se dispersi nell’aria, generano effetti molto dannosi per l’uomo e l’ecosistema. Dunque, la nuova disciplina sancisce degli obiettivi comuni a tutti gli stati membri dell’Unione, in riferimento alla raccolta e all’eventualità di riutilizzo e riciclaggio di questi particolari prodotti.

Da notare che vengono posti entro l’alveo della disciplina appena pubblicata anche i pannelli fotovoltaici, soggetti a diversi interrogativi sul loro smaltimento, visto l’ampio ricorso avvenuto negli ultimi tempi, anche per opera degli incentivi; nel documento vengono inoltre allargati i confini dei target di raccolta annui. La nuova direttiva fissa poi nuovi standard nelle prestazioni che incidono in tutto il ciclo di vita degli apparecchi, affinché siano più a favore dell’equilibrio ambientale, inclusa la ricerca di una maggiore facilità di riparazione, il ricorso al reimpiego e naturalmente al riciclo.

Esordio anche per un nuovo parametro nel calcolo dei tassi di raccolta, che saranno basati sulla quantità di RAEE raccolti in rapporto alla media delle apparecchiature nuove immesse sul mercato nei 3 anni precedenti. Sparisce, dunque, il criterio di stima sui chilogrammi prodotti da ogni abitante, che ha contraddistinto la disciplina normativa fino a oggi, mentre nella direttiva si ampliano gli scopi della raccolta globale: entro il 2016 andranno raccolte 45 tonnellate di RAEE per ogni 100 tonnellate di nuovi apparecchi distribuiti sul mercato. Sulla base degli attuali metodi di calcolo, ciò significa che  l’Italia dovrebbe passare da una media pro-capite attuale di circa 4.2 kg per abitante ai circa 7,5 kg per abitante nel 2016. In percentuale, entro il 2016, il nostro Paese dovrà ritirare il 45% degli elettrodomestici presenti sul mercato.

Per gli esercizi commerciali di superficie superiore a 400 metri quadrati, infine, viene introdotto l’obbligo di ritirare gratuitamente i piccoli RAEE, anche nel caso al ritiro non corrisponda un acquisto di eguale apparecchio. E’ il cosiddetto principio “uno contro zero“, nato appositamente per i piccoli elettrodomestici. A livello internazionale, poi, vengono prese importanti contromisure al fenomeno dell‘esportazione illegale di RAEE oltre i confini dell’Unione, in paricolare verso i Paesi in via di sviluppo, dove le discipline igieniche e ambientali di smaltimento vengono sovente sorvolate.

 

Redazione

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento