Sanatoria per le liti fiscali: un successo

Redazione 23/07/12
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Il decreto legge n. 216 11, meglio noto come decreto mille proroghe,  una volta convertito in legge ha disposto la proroga fino allo scorso 2 aprile 2012 del termine per presentare la domanda e versare gli importi riguardanti la definizione delle liti fiscali minori di valore non superiore a 20.000 euro, pendenti al 31 dicembre 2011. A distanza di qualche mese è ora possibile verificare i primi risultati della legge e scoprire quanto e se la sanatoria per le liti fiscali ha funzionato.

La sanatoria per le liti fiscali inferiori a 20 mila euro è stata un successo, sono state 133 mila, infatti, le domande dei contribuenti che hanno deciso di usufruirne grazie al decreto legge milleproroghe di fine 2011. Il successo di cui abbiamo parlato non è un semplice fenomeno di appeal per il contribuente ma è un vero e proprio trionfo economico per l’Erario a cui è arrivato un gettito di 170 milioni di euro, un risultato oltremodo superiore alla previsione stimata di incasso, che, secondo i calcoli, si doveva aggirare intorno a quota 112 milioni di euro. Chiaramente, oltre a questi numeri, vanno aggiunti quelli degli importi già pagati in pendenza di giudizio.

Questo provvedimento di chiudere in modo assoluto i contenziosi al di sotto dei 20 mila euro con il Fisco si è dimostrato dunque una novità molto apprezzata in quanto riesce, grazie alla chiusura agevolata, a ridurre le pendenze e accellerare i tempi della giustizia tributaria. Sorprendente, per certi versi, vista anche la confusione burocratica in cui pare essere caduta di recente, che sia stata la Sicilia la regione nella quale è stato presentato il maggior numero di domande (21.884) a cui seguono  Campania (17.470), Lazio (15.962), Lombardia(12.553) e Puglia (10.613).

Questi dati, forniti da Fiscooggi, sono corroborati da un altro numero interessante, per quanto riguarda tutte le liti in cui è parte l’Agenzia delle Entrate, non solamente quelle fino e non oltre i 20 mila euro, le domande di chiusura riguardano il 23% degli atti impugnati con giudizio pendente in Commissione tributaria provinciale. In Commissione tributaria regionale la percentuale sale 47% mentre in Cassazione crolla al 14%. Dunque pare che si sia intrapresa la strada giusta, non solo a livello puramente numerico e burocratico ma perché è palese il favorevole riscontro dei cittadini.

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