Eurogruppo: 30 miliardi alla Spagna, bene la linea Monti

Redazione 10/07/12
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Poteva essere una giornata complicata, lo spread oltre quota 480, i BPT in crescita vertiginosa, la Spagna sull’orlo del collasso mentre si prendeva coscienza del crollo di Cipro e invece dall’ultima riunione dell’Eurogruppo l’Europa esce con le ossa un po’ meno rotte di quel che ci si aspettava.

Dopo il bastone è infatti arrivata la carota, 30 miliardi di euro, praticamente subito, da erogare entro la fine di luglio alla Spagna e la volontà di mettere in atto un “accordo politico“, così è stata definita questa decisione a Bruxelles, che preservi la penisola iberica e scongiuri la possibilità di un altro crollo dopo quello greco e cipriota. In definitiva viene messo in pratica l’auspicio della matriarca tedesca Angela Merkel che nei giorni scorsi aveva detto come l’Europa dovesse passare dall’essere una semplice unione economica ad una politica, quindi si concretizzano finalmente sinergie economiche ma soprattutto politiche, perché il salvataggio si colloca in un’ottica futura e futuribile.

Non è certo un prestito pro bono, o “a gratis” per dirlo all’italiana, ma è un salvataggio fatto in vista di “memorandum”, cioè accordi futuri per cui la Spagna avrà un anno di tempo in più per portare il proprio debito sotto la soglia del 3% e dovrà farlo a condizioni meno schiaccianti della Grecia. Dunque Madrid finalmente respira, dopo ore di apnea una boccata di ossigeno, Spagna e Italia sono, onestamente, realtà troppo grandi, non solo territorialmente, ma economicamente e culturalmente perché vengano abbandonate al proprio destino, e di questo se ne è reso conto anche il vertice di Bruxelles che ha capito che la svolta è fare fronte comune e non alleggerirsi dei “p(a)esi morti”.

L’Eurogruppo è stato poi positivo anche per l’Italia che ha ricevuto i complimenti per le scelte fatte nella proprio politica economica, piace la spending review (ma forse solo perchè non tocca a loro), piacciono le posizioni di Monti che pare avere un ruolo importante nel futuro disegno della nuova economia europea. Così si è arrivati al si per lo scudo anti-spread ma soprattutto si è arrivati a definire finalmente il ruolo della Bce in questa crisi internazionale. E’ stata resa operativa, infatti, l’intesa di fine giugno che prevede che la Bce sia l’agente del fondo salva Stati Efsf-Esm per l’acquisto dei bond sul mercato secondario, in funzione anti-spread. Oggi, nonostante le “buone” notizie, lo spread resta ancora sopra i livelli di guardia, ma le borse sono in lieve crescita, chissà che il buongiorno non si veda dal mattino.

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