Manifestazioni a premio: stop al numero verde

Silvia Surano 06/07/12
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A quanto pare i tagli alla spesa pubblica hanno toccato anche il Ministero dello Sviluppo Economico ed, in particolare, la Divisione Manifestazioni a premio.

Con un comunicato del 5 luglio 2012, infatti, il Ministero ha avvertito che dal 1° agosto prossimo verrà disattivato il numero verde al quale i cittadini interessati si possono rivolgere per chiedere informazioni sulla normativa applicabile a concorsi e operazioni a premio.

Il numero, come si legge nel testo, è stato attivato dieci anni fa con lo scopo di far conoscere le novità sulla normativa di riferimento. Raggiunto il risultato, e anche al fine di contribuire al contenimento della spesa pubblica, si è ritenuto opportuno sopprimere il servizio, lasciando a disposizione dei cittadini mail, PEC, fax e l’ottimo servizio Prem@ Online.

La soppressione del numero verde, a mio avviso, non avrà alcun impatto sulla qualità del servizio offerto. La celerità di risposta del Ministero alle mail di richiesta chiarimenti e la comodità di invio delle comunicazioni, non faranno rimpiangere la più tradizionale conversazione telefonica.

Ma il punto è un altro: è proprio vero che il risultato auspicato, ossia “informare sui nuovi contenuti della normativa“, sia stato raggiunto? Temo di no. Non solo chi si cimenta (o improvvisa) nell’organizzazione di operazioni e concorsi a premio spesso non conosce i nuovi (e vecchi) contenuti della norma, ma non è raro imbattersi in aziende, anche di indiscussa importanza, che ignorano completamente l’esistenza di un decreto in materia.

Per non parlare poi delle nuove frontiere del marketing e dell’advertising online che non trovano un immediato e facile riscontro nel testo della norma, costringendo legali ed esperti del settore a complesse operazioni di interpretazione e adattamento della fattispecie astratta al caso concreto. In questo ultimo caso, di fronte a richieste di pareri, non di rado anche i responsabili designati dal Ministero si trovano in difficoltà nel dare una risposta esaustiva e definitiva.

Quale la soluzione? Di certo sarebbe più utile un intervento alla fonte: la revisione dell’intero decreto e un aggiornamento che possa rendere la norma attuale e di immediata applicazione. Questo, senza alcun dubbio, permetterebbe di ridurre in maniera drastica il bisogno di rivolgersi al Ministero per pareri, chiarimenti e quesiti nonché di incidere (questa volta seriamente) sui costi necessari al mantenimento del servizio di assistenza.

 

Silvia Surano

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