La scommessa dei BTP

Davide Lucania 02/07/12
Scarica PDF Stampa
Se qualcuno ha spirito di gioco, questo è il periodo buono per azzardare e scommettere qualche euro. Su qualche partita di calcio, direte voi, o sul vincitore del prossimo GP di F1? No sulla ripresa economica e finanziaria dall’Italia. Il modo per farlo, per chi ci crede, è piuttosto semplice: basta recarsi fisicamente in banca, o virtualmente tramite l’home banking, e acquistare i titoli di stato a medio-lunga scadenza, i BTP.

Per comprendere questo tipo di analisi occorre tenere presente che nel momento in cui i tassi di interesse tendono al ribasso i prezzi dei titoli di stato (e delle obbligazioni in genere) salgono: sono legati da proporzione di tipo inverso. In questo momento i BTP italiani vengono emessi con tassi di rendimento superiori al 5%, che si rispecchiano nel famigerato spread con i titoli tedeschi, questo significa che se l’Italia in futuro, riuscisse a “piazzare” i propri titoli di debito riconoscendo tassi dii interesse inferiori, chi ha in mano i titoli che danno diritto al tasso attuale, si ritroverebbe con un titolo che, se venduto, vedrebbe riconosciuto dal mercato un premio, un sovrapprezzo che sconta la “perdita” derivante dal mancato incasso di cedole cosi elevate.

Ovviamente l’unico modo perché questo possa accadere è che i conti pubblici tendano al miglioramento e ciò può accadere solo come conseguenza di una ripresa economica, di cui in questa breve trattazione non è interessante discutere le modalità di innesco.

Naturalmente potrebbe essere fatta anche una scommessa sullo scenario esattamente opposto, ovvero evitare di acquisire titoli di Stato a questi tassi in prospettiva di un ulteriore peggioramento dei conti pubblici, e quindi investendo eventuali rimanenze in altro modo.

Tutto questo vale anche come spiegazione per il flop più o meno clamoroso che ha registrato la seconda emissione di BTP Italia, i titoli con rendimento legato all’inflazione nazionale. Chi ha acquistato i titoli alla prima emissione si ritrova adesso, BTP che, se fossero venduti, vedrebbero il venditore ricevere una somma inferiore rispetto a quanto pagato 3 mesi fa per acquistarli, e ciò proprio a causa dell’innalzamento dei tassi di interesse sulle nuove emissioni di titoli di Stato, e giustappunto, come si diceva in precedenza, se salgono i tassi scendono i prezzi. Non è difficile ipotizzare che i detentori dei BTP Italia 1, rimasti “scottati” abbiano deciso di evitare la seconda tranche, anche se, non si può negare che molte altre possano essere state le cause di questo drastico ridimensionamento, prima fra tutte le ormai prossime scadenze fiscali.

Davide Lucania

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento