Riforma del lavoro, prime due fiducie ok. Oggi quelle definitive, domani Consiglio europeo

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Polemiche o no, siamo a due su quattro, con la possibilità di chiudere la questione già oggi. Comincia bene, il viaggio alla Camera del disegno di legge di riforma del mercato del lavoro: il via libera al primo articolo – quello che prevede le modifiche all’articolo 18, cioè flessibilità in entrata e in uscita – è arrivato con i voti favorevoli di 456 deputati, 77 i no e 19 gli astenuti. L’articolo numero 2, focalizzato sugli ammortizzatori sociali, ha invece incassato 430 sì, 74 no e 11 astenuti.

Le dichiarazioni definitive sono previste per oggi pomeriggio alle 17, con l’iter che prevede, dalle 9.30, il voto sul terzo e quarto articolo della riforma, mentre alle 18 è in calendario il voto finale. Subito dopo scatterà il voto delle mozioni sull’Europa che dovrebbero sostenere l’azione di Mario Monti nel Consiglio europeo di domani e dopodomani, un summit considerato decisivo per le sorti della moneta unica. Chissà se l’attenzione degli italiani (si sa, noi prendiamo le cose più alla leggera, o almeno così dicono i tedeschi) sarà più su Bruxelles o su Varsavia, dove la Nazionale affronterà la Germania nella semifinale di Euro2012. L’atmosfera, comunque, è talmente particolare che può essere riassunta con una battuta, riuscita, del leader del Pd Pierluigi Bersani: “Mi aspetto che Monti segni un gol alla Pirlo“.

E proprio alla Camera, prima del voto, lo stesso Mario Monti aveva ribadito il perché presentarsi dalla Merkel con la riforma del lavoro “impacchettata” sarebbe cosa fondamentale per il Paese. “E’ giudicata uno degli elementi centrali dell’agenda delle riforme strutturali – ha spiegato il Capo del Governo –.Ci siamo quindi impegnati per ottenere dal Parlamento la tempestiva approvazione della riforma, e a risolvere tempestivamente, con appropriate iniziative legislativi, altri problemi posti dai Gruppi parlamentari, e lo voglio qui confermare, la questione degli esodati e alcuni aspetti della flessibilità in entrata e degli ammortizzatori sociali”.


Matteo Peppucci

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