Divorzio breve? Basta andare all’estero e il gioco è fatto

Redazione 11/06/12
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Mentre il legislatore italiano sta decidendo sul varo del “divorzio breve”, tra un mare di polemiche e contrapposizioni i nostri compatrioti stanno ingrossando il fenomeno tutto italiano del turismo divorzile”.

Non usa mezzi termini il presidente dell’AMI (Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani) avv. Gian Ettore Gassani, per denunciare il pantano in cui sembra essere sprofondato il ddl sul divorzio breve.

Gli italiani sono stanchi delle nostre leggi e dei tempi biblici per ottenere il divorzio nel loro Paese. All’estero è possibile divorziare subito senza passare per la fase della separazione. In media in Italia quando la coppia è d’accordo su tutto (casa, mantenimento e affidamento dei figli) per ottenere il divorzio, devono passare almeno quattro anni. Quando invece vi è un conflitto e vi sono sbocchi in Appello e in Cassazione si arriva ad attendere dagli otto ai dodici anni per ottenere lo stato libero”, continua il Presidente dell’AMI.

Nel nostro Paese – precisa il matrimonialista – occorre affrontare due distinti processi per essere divorziati: quello della separazione e poi quello del divorzio, con due distinti mandati e due distinte parcelle che possono arrivare in casi complicatissimi a cinque zeri. Anche se fosse approvata la legge sul divorzio breve, tesa a ridurre ad uno o due anni il periodo della separazione dei coniugi a seconda della presenza o meno di figli, il problema delle lunghe attese non si risolverebbe del tutto. In caso di separazione giudiziale, infatti, i tempi per chiedere il divorzio dipendono dal passaggio in giudicato della sentenza, che può avvenire anche dopo sette o otto anni nell’ipotesi di processi che finiscono in Appello e/o in Cassazione”.

I dati sono allarmanti: “specie in Romania – afferma l’avv. Gassani – stanno sorgendo come funghi vere e proprie agenzie (del tutto lecite) che invitano gli italiani a divorziare all’estero”.

Redazione

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