Nomina Commissario spending review: un po’ di trasparenza, no?!

Redazione 18/05/12
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Come noto, il DL cd. spending review (Decreto Legge 7 maggio 2012 n. 52 – Disposizioni urgenti per la razionalizzazione della spesa pubblica) ha introdotto la figura del Commissario straordinario per la razionalizzazione della spesa per acquisti di beni e servizi, con poteri assai incidenti sugli acquisti pubblici.

Basti pensare che, tra i compiti di supervisione, monitoraggio e coordinamento dell’attività di approvvigionamento di beni e servizi da parte delle pubbliche amministrazioni, il Commissario può persino procedere, per il tramite degli organi di Governo, a “sospensione, revoca o annullamento d’ufficio di singole procedure relative all’acquisto di beni e servizi anche per ragioni di opportunità” (art. 5 comma 5 lett. a, DL n. 52/2012).

Si tratta, dunque, di un incarico di non poco conto ai fini del contrasto all’attuale crisi economica del nostro Paese.

Ora, secondo il decreto legge, il commissario deve essere nominato con apposito DPCM di nomina (art. 3), secondo i seguenti criteri, gli stessi previsti, ad esempio, per i componenti delle Authority: “e’ scelto tra persone provenienti da settori economici dotate di alta e riconosciuta professionalità’, di notorie esperienza e capacita’” (art. 6).

Tuttavia, già da fine aprile, stampa e politica parlavano già di Enrico Bondi come Commissario straordinario: persino il Consiglio dei Ministri, il 30 aprile, anticipava che “per l’incarico sarà nominato Enrico Bondi”.

E ciò sebbene il DL sia stato pubblicato in GU solo in data 8 maggio, e soprattutto sebbene del DPCM di nomina non vi sia neanche l’ombra (addirittura sul web si confonde il DL con il DPCM di nomina: guardate qui).

Il tutto, evidentemente, ancora una volta con buona pace del rispetto delle regole di trasparenza nei procedimenti statali di nomina.

Direi che siamo alle solite…

Redazione

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