Monti, la circolare 8 febbraio 2012 indirizzata agli uffici finanziari

Redazione 09/02/12
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Il Presidente del Consiglio Monti, “in considerazione della primaria esigenza di rispettare gli obiettivi di finanza pubblica”, ha diramato una Circolare a tutte le strutture che dipendono dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (e la Presidenza del Consiglio?), al dichiarato fine di “assicurare l’economicità e l’efficienza nell’azione amministrativa“.

Il fine è anche quello di “evitare spese non indispensabili o non ricollegabili in modo diretto ed immediato ai fini pubblici assegnati alle singole strutture amministrative, astenendosi dall’effettuare spese di rappresentanza, ed evitando di organizzare convegni, o altri eventi non strettamente indispensabili”.

Infine, ricordato il “divieto di accettare regali e omaggi di qualsiasi natura di valore superiore a 150 euro,. tali da non poter essere interpretati, da un osservatore imparziale, come finalizzati ad acquisire vantaggi in modo improprio. In ogni caso, i regali di valore superiore devono essere restituiti, ovvero ceduti all’Amministrazione di appartenenza”.

Di seguito, il testo della Circolare di Monti.

Ai signori Direttori delle Agenzie fiscali
Ai Signori Capi dei Dipartimenti del Ministero
Al Comandante generale del Corpo della Guardia di finanza
Al Direttore generale dell’Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato
Al Rettore della Scuola superiore dell’economia e delle finanze
Come è noto, le manovre finanziare adottate nello scorso anno hanno comportato una significativa correzione dei conti pubblici.

Questa correzione, imposta dalla primaria esigenza di rispetto degli obiettivi di finanza pubblica definiti in sede europea, ha reso necessaria l’introduzione di disposizioni volte a determinare sia maggiori entrate che minori spese.

È di tutta evidenza che l’introduzione di nuovi meccanismi legislativi non è sufficiente, se l’adozione di nuove disposizioni non è accompagnata da un’azione amministrativa indirizzata in modo deciso al perseguimento degli obiettivi di economicità ed efficienza.

In questo logica assume rilievo, oltre che la puntuale e sicura osservanza dei limiti di spesa fissati dalle norme, inclusi quelli concernenti determinate categorie di spesa (ad esempio, spese di rappresentanza, convegni e consulenze), anche la necessità che non vengano effettuate spese non indispensabili e non ricollegabili in modo diretto ed immediato ai fini pubblici assegnati alle singole strutture amministrative e che, in linea generale, i comportamenti degli amministratori pubblici siano ispirati al principio di assoluta sobrietà.

A questo fine, in via meramente esemplificativa e non esaustiva, occorrerà – in linea generale – astenersi con estremo rigore dall’effettuare ogni spesa di rappresentanza. Solo in casi del tutto eccezionali, riferibili a rapporti con Autorità estere, si potranno effettuare, comunque previa espressa autorizzazione, spese di modico valore.

Inoltre, è necessario evitare l’organizzazione di convegni, celebrazioni, ricorrenze e inaugurazioni, anche quando questi ultimi costituiscano tradizionali impegni della Struttura che li indice. Del resto, oltre al costo inerente alle spese sostenute, deve tenersi in debito conto la circostanza che la stessa organizzazione e partecipazione a tali eventi sottrae numerosi dipendenti, ad ogni livello, al quotidiano impegno lavorativo.

Nell’ipotesi che un’attenta valutazione del rapporto costi – benefici faccia comunque propendere per l’organizzazione dell’evento, comunque previa espressa autorizzazione, si utilizzerà di norma la giornata del sabato e si avrà cura di evitare qualsiasi spesa, anche utilizzando strutture interne all’Amministrazione.

Richiamo, infine, la necessità che vengano scrupolosamente osservate le disposizioni contenute nel codice etico di ciascuna amministrazione, con particolare riferimento a quelle relative a regali ed omaggi.

A tale proposito i dipendenti delle Strutture in indirizzo si atterranno, salvo eventuali disposizioni più restrittive già adottate, alle prescrizioni recate al riguardo dal codice etico vigente per i dipendenti del Ministero e dell’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato secondo cui: “I destinatari non accettano, per sé e per altri, beni materiali, quali regali o denaro, né beni immateriali o servizi e sconti per l’acquisto di tali beni o servizi o qualsiasi altra utilità, diretta o indiretta, da soggetti (persone, Amministrazioni, Enti, Società) in qualsiasi modo interessati dall’attività del MEF che eccedano il valore di 150,00 Euro. Regali di valore superiore sono restituiti ovvero devoluti al MEF. I regali e gli omaggi ricevuti non devono comunque compromettere l’indipendenza di giudizio, la correttezza operativa, l’integrità e la reputazione del dipendente e in ogni caso devono essere tali da non poter essere interpretati, da un osservatore imparziale, come finalizzati ad acquisire vantaggi in modo improprio”.

Con la certezza del fatto che le SS.LL. si renderanno convinti interpreti delle esigenze che ho voluto fare presente, confido nella consueta, fattiva collaborazione.

Il Ministro

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