“Nosfigatu”, il viceministro dalla Transilvania

Luigi Oliveri 30/01/12
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Franzina Bilardo ha commentato in modo commovente l’intemerata del vice ministro, occhialuto-intellettual-gilettato, Michel Martone. Il Fatto Quotidiano, nei giorni scorsi, ha svelato come sia stata stranamente spianata la strada del vice-ministro “Nosfigatu” verso la titolarità della cattedra.

Dalla lettura della fantasmagorica carriera universitari come descritta dalla stampa e dalla rilettura della dichiarazione del viceministro sugli sfigati che a 28 anni non si sono ancora laureati, risulta difficile non esprimere commenti un po’ più rabbiosi di quello così delicato e toccante della Bilardo.

Viene da chiedersi, in effetti, se il viceministro Martone non abbia ragione. Sì, probabilmente i ragazzi iscritti all’università che ancora a 28 anni non sono laureati sono degli sfigati.

Ma anche noi, noi tutti, lo siamo. Per avere un viceministro che invece di occuparsi di come valorizzare lo studio e la formazione ai fini dell’ingresso nel lavoro, taccia i giovani, vittime di un sistema formativo allo sbando e di una vera e propria discriminazione sul lavoro (cose che il Martone Nosfigatu non ha minimamente vissuto), di essere figli i un dio minore. Oggi si dice sfigati.  Alla luce di una visione classista della società, per cui l0 Stato sembra divenuto solo un “costo“, non lo strumento per evitare che la società si popoli di sfigati.

Ma, noi, tutti noi, lo siamo. Per aver avuto ministri e parlamentari che hanno tacciato ad ogni piè sospinto i lavoratori pubblici di essere “fannulloni” e “panzoni”, contribuendo al discredito ulteriore delle istituzioni, che poi fomenta ulteriormente le ragioni delle sanguisughe che non intendono pagare le tasse, forti del “diritto” di non contribuire a pagare stipendi a “nullafacenti”.

E siamo sfigati, perchè uomini di governo hanno acquistato case a prezzi stracciati dall’Inps, oppure hanno fatto vacanze da nababbi a loro insaputa, come anche hanno avuto pagato case da terzi a loro insaputa, hanno  etichettato i giovani come “bamboccioni”, hanno affermato che oltre il 30% è giusto non pagare le tasse, hanno usato linguaggi e comportamenti di cui un tempo ci si sarebbe vergognati ed, infine, hanno condotto l’Italia nelle condizioni in cui si trova.

Un Governo “tecnico” è stato forse necessario per uscire dalle secche. Se, però, esponenti di questo governo, come il viceministro “Nosfigatu“, perseverano in atteggiamenti, linguaggi, affermazioni da curva Nord, i passi in avanti sono difficili, molto difficili.

 

Luigi Oliveri

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