L’Oua insiste: la conciliazione è un fallimento

Redazione 03/01/12
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Maurizio de Tilla, presidente dell’Oua (Organismo Unitario Avvocatura), replica all’intervista rilasciata dal Ministro della Giustizia  Paola Severino, e pur ribadendo la disponibilità al dialogo e l’apprezzamento per le qualità del Guardasigilli e il suo impegno contro la corruzione, non manca di contestare la continuità con le scelte sulle tariffe e sulla fallimentare mediaconciliazione, come per sua stessa ammissione quando fa riferimento ai dati su questi quasi 9 mesi di esperienza sul campo, nonché critica le ultime decisioni sempre sulla giustizia civile: “Abbiamo sempre apprezzato l’avvocato Paola Severino per le sue notevoli capacità professionali. Apprezziamo oggi il Ministro Severino per il suo impegno contro la corruzione. Dobbiamo però dissentire rispetto alle sue recenti dichiarazioni sulla mediaconciliazione obbligatoria e sulle tariffe. La mediaconciliazione obbligatoria è fallita. Dopo otto mesi dalla sua entrata in vigore non sono più di tremila le conciliazioni effettivamente realizzate con la procedura di obbligatorietà. E in queste vanno comprese le controversie che le parti assistite dagli avvocati avevano già conciliato e sono andate davanti al mediatore per ottenere un titolo esecutivo. Ma il fallimento della mediaconciliazione obbligatoria è tanto più grave in quanto si sono spese somme iperboliche (con grandi speculazioni) per formare mediatori (senza lavoro), insediare camere di conciliazione pubbliche e private (queste ultime sono più di quattrocento con qualificazione giuridica di società di capitali), alle quali si aggiungono forti costi di accesso alle procedure per le materie dei diritti reali, delle successioni, delle divisioni, della responsabilità medica“.

Ben sei ordinanze – continua il presidente Oua – hanno investito la Corte Costituzionale e la Corte Europea di Giustizia per l’esame di questioni di incostituzionalità e di incompatibilità con la normativa europea. È palese la violazione degli artt. 3, 24 e 76 della Costituzione, e ancor più evidente il contrasto con gli artt. 6 e 13 della Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, nonché con l’art. 47 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea proclamata a Nizza il 7 dicembre 2000“.

Come fa il Ministro della Giustizia – conclude – ad ignorare tutto ciò, sbandierando come atto utile e legittimo che fra qualche mese la mediaconciliazione obbligatoria sarà estesa alle materie della infortunistica stradale e delle liti condominiali? È responsabile tutto ciò? Riguardo alle tariffe, leggiamo sui giornali una indicazione preoccupante che verrebbe dal Governo: l’abrogazione dell’art. 2233 del codice civile che stabilisce che la misura del compenso deve essere adeguata all’importanza dell’opera e al decoro della professione“.

Sono questi due punti indeclinabili delle professioni che riguardano la sfera etica e premiale dell’identità del professionista – conclude de Tilla – il mercato non può cancellare con un colpo di spugna i valori delle professioni. Sarebbe molto amaro constatare che si vuole introdurre diffusamente nel nostro paese un’economia senza etica, allineandosi agli artefici della crisi economica che affligge cittadini, lavoratori, famiglie ed imprese. L’Etica, con la E maiuscola, non può essere estranea al Governo presieduto dal prof. Monti“.

 

 

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