Manovra Monti: ottima riforma pensioni ma restiamo in attesa del secondo tempo

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Grande prova di stile per il nuovo governo. E grande capacità comunicativa. Bisogna riconoscerlo.

Qualche perplessità invece sui contenuti di quella che è la quinta manovra economica del 2011. In questo numero c’è tutta la gravità della situazione economico/finanziaria ma anche della miopia di un legislatore che vede la propria azione orientata principalmente sul breve periodo. Per non parlare della difficoltà per gli operatori del diritto del seguire queste continue novità, spesso come ovvio, poco organiche.

Le osservazioni che seguono scontano il vizio di basarsi solo sulla conferenza stampa e non sull’analisi tecnica dei provvedimenti. Possono quindi contenere errori ed inesattezze.

Diciamo subito che la riforma del sistema pensionistico pare andare nella giusta direzione. Passando dal sistema retributivo a quello contributivo si va verso una maggiore equità. Forse in questo caso è corretto parlare di riduzione dei privilegi piuttosto che di sacrifici.

L’aumento della tassazione invece per quanto inevitabile segue percorsi già scritti prendendo i soldi dove è piu facile trovarli (casa, auto, ecc..) e non dove sarebbe giusto (evasione, tassazione progressiva e selettiva ecc.). Insomma ceto medio e medio basso chiamato a sostenere i sacrifici maggiori.

Non invidio gli imprenditori che operano nel settore dell’edilizia, della nautica e di riflesso del turismo che subirà la tassazione dei posti barca (non delle barche, il che lascia perplessi) e delle seconde case.

Ci attende inoltre se non erro nuovo aumento delle aliquote iva. Qualcuno parla di spostamento di tassazione dei redditi ai consumi ma io qui vedo solo una somma purtroppo. A tasse nuove tasse.

Qualche perplessità sulla legittimità costituzionale di una tassazione retroattiva dei capitali scudati che pare più dettata da compiacere qualche partito che da una piena comprensione del diritto e della civiltà giuridica. Si può discutere sulla opportunità di condoni e scudi, io sono profondamente contrario, ma ormai sono capitali sanati e perfettamente leciti. Molto più interessante e remunerativo per le casse dello Stato sarebbe perseguire un accordo simile a quello Germania/Svizzera con ritenute dirette applicate dalle banche sui capitali detenuti in Svizzera di cittadini tedeschi. Ripeto più remunerativo e giuridicamente più civile. Evidentemente non è una operazione di breve termine ma avrei comunque voluto una dichiarazione in tal senso.

Patrimoniale mascherata, per non urtare sensibilità dello schieramento opposto a quello che ha voluto la tassazione dello scudo, su conti titoli ecc.

Pochi a mio parere i tagli alla struttura pubblica e non mi è chiaro quanto sistemici e strutturali. Riduzione dei costi dell’ ente provincia in attesa mi auguro di modifica costituzionale per eliminazione. Tagli lineari che ad una prima analisi non premiano gli enti piu virtuosi e qualche riduzione più di stile sui compensi del CdM.

Poco o nulla per la crescita mi pare, è stata riesumata la DIT che non pare abbia dato grande prova di se in passato, riproposta l’assistenza fiscale alle imprese da parte dell’Agenzia delle Entrate che, ottima sulla carta, ha già dato risultati pessimi con il tutoraggio delle nuove attività produttive (a partire dai software complicati ed obsoleti di Sogei).

Non ho ancora letto la parte sulle liberalizzazioni che mi incuriosisce molto, soprattutto la riforma degli ordini professionali .

Quello che manca e spero faccia parte di una fase due sono le dismissioni del patrimonio pubblico, le liberalizzazioni, le privatizzazioni di aziende come la RAI.

La vera sfida è ridurre la spesa improduttiva sostituendola, per evitare ovvi effetti recessivi, con investimenti produttivi.

Oggi assistiamo ad una messa in sicurezza (forse) dei nostri conti con entrate sottostimate (per evitare eccessive proteste) e tagli a mio parere sovrastimati (per motivi speculari). Se il governo si ferma qui la manovra è recessiva. Punto.

Mi auguro arrivi una fase due. Solo allora potremo giudicare l’operato del governo.

Oggi bisogna dire che ciò che giuridicamente è poco trasparente nella manovra pare del tutto attribuibile ai partiti che ancora una volta non fanno una bella figura.

Andrea Arrigo Panato

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