Dacia: da Ceausescu al commercio elettronico

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Il primo esemplare di Dacia, la 1100, assemblata in Romania su componentistica Renault, fu donato nel 1968 all’allora dittatore – presidente della repubblica – Nicolae Ceauşescu.

Ora, la Dacia (dal 1999 nel gruppo Renault) venderà le proprie auto su Internet, iniziando proprio dal mercato italiano.

La notizia assume una certa rilevanza poiché è la prima volta che un produttore automobilistico si lancia nell’e-commerce in Europa, prevedendo l’acquisto con pochi clic secondo le migliori caratteristiche di uno shopping digitale.

In realtà l’acquisto non è completamente on line, poiché si dovrà versare un acconto di 500 euro, compilare le informazioni necessarie e scegliere la concessionaria più vicina per poi ritirare la vettura e saldare la parte rimanente.

Ma indubbiamente quella del costruttore rumeno è una vera e propria sfida anche alla luce dei fallimenti del mercato americano, che da tempo sta provando a vendere, senza successo, auto on line e delle difficoltà proprie del commercio elettronico.

Da tempo in Europa si sta cercando di rilanciare l’e-commerce e sebbene negli ultimi tempi siano stati fatti importanti progressi, lo scetticismo pervade ancora nella maggior parte degli utenti.

Gli sviluppi tecnologici e i progetti di promozione dell’adozione del commercio elettronico nell’ambito dei programmi di ricerca e sviluppo dell’UE si sono concentrati sull’offerta di una vasta gamma di elementi modulari interoperabili e compatibili con le piattaforme elettroniche internazionali di contrattazione tali da includere soluzioni per i servizi di pagamento, la gestione dei diritti di proprietà intellettuale, la imposizione fiscale, la certificazione dell’identità dei contraenti.

L’Unione Europea ha riconosciuto la insostituibilità del ruolo della cooperazione industriale e tecnologica internazionale, strumento indispensabile per affrontare la dimensione globale del fenomeno, segnatamente nei settori della sicurezza del commercio elettronico, dei pagamenti elettronici internazionali, della attivazione su vaste aree del mercato di efficienti servizi di supporto multilingue.

Le speranze di sviluppo del commercio elettronico europeo, sono, analogamente al mercato statunitense, riposte nelle capacità delle amministrazioni nazionali di creare ambienti elettronici di contrattazione affidabile e confortevoli: i consumatori e le imprese debbono essere certi che le rispettive transazioni non siano intercettate o modificate, che l’identità del venditore/acquirente sia effettivamente corrispondente alla verità, che siano accessibili meccanismi per effettuare le transazioni in modo legittimo.

Nutrite preoccupazioni si affollano intorno all’identità e alla solvibilità dei fornitori, all’effettiva ubicazione degli stessi, agli effetti giuridici sorgenti dall’esecuzione dei contratti a distanza, all’integrità delle informazioni, alla protezione dei dati personali e della vita privata, all’affidabilità dei pagamenti, alla rivalsa in caso di errori o di frode, ai possibili abusi di posizione dominante.

Tali difficoltà, che possono essere superate in parte nel caso di acquisti on line di modico valore, diventano decisive quando gli acquisti, come nel caso delle auto, sono più onerosi ed impegnativi ed indubbiamente, anche se è amaro ammetterlo, le prospettive di successo della Dacia, allo stato attuale, sono piuttosto limitate.

Michele Iaselli

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