Esame di Maturità 2017: cosa fare dopo il diploma?

Post Maturità, i test d’ingresso universitari: quando iniziare a studiare?

Redazione 25/05/17
Scarica PDF Stampa
Tra meno di un mese i maturandi 2017 dovranno sottoporsi al famigerato e impegnativo Esame di Maturità. In particolare, i candidati all’esame di Stato si cimenteranno in tre prove scritte e un colloquio orale finale,  la cui struttura è rimasta anche per quest’anno quella tradizionalmente adottata: tema di italiano, seconda prova su una materia d’indirizzo, terza prova interna su materie scelte dalla Commissione.

Pare infatti che sia stata rimandata al 2019 la complessiva revisione dell’esame di quinta superiore, compatibilmente con l’operatività dei c.d. tirocini di alternanza scuola-lavoro che il Ministero ha deciso di inserire. Ma cosa succederà dopo l’Esame di Maturità?

Cosa succede dopo l’Esame di Maturità?

A parte un’estate spensierata, che accomunerà tutti i neodiplomati, bisognerà pensare, o meglio, decidere, che cosa fare del proprio futuro, e in particolare: cercare un lavoro o continuare la propria formazione iscrivendosi all’Università?

Questa è una domanda importante da porsi: ciò in quanto alcune facoltà universitarie prevedono test d’ingresso di sbarramento, senza superare i quali è preclusa l’iscrizione alle stesse.

Le Università e i test d’ingresso

Da ultimo la notizia relativa all’Università Statale di Milano, ente di formazione molto ambito dai giovani studenti. Sembrerebbe infatti che il Senato accademico dell’Università abbia approvato l’introduzione di test d’ingresso e numero di posti limitato per alcune facoltà, rectius Scuole, in virtù dei quali ben il 20% dei posti prima disponibili verranno tagliati.

Attualmente, le Facoltà interessate sarebbero Storia e Filosofia. Ma se la motivazione è prettamente economica, e deriva direttamente dai fondi che deve stanziare annualmente il Ministero, la preoccupazione deve essere generale, in quanto potrebbe ampliarsi anche ad altre realtà culturali e formative.

Quando iniziare a studiare per i test?

Gli studenti di Milano hanno protestato, rivendicando un’istruzione libera e incondizionata, e indirizzando alla Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli le seguenti parole: «Limitare gli accessi per mancanza di risorse è il fallimento dell’università pubblica. La soluzione è il rifinanziamento».

Dunque sarà il caso di decidere tempestivamente la strada da percorrere post Maturità 2017, specie se si dovrà far conto anche con i test d’ammissione.

Una volta scelto il corso di studi, e l’Università presso la quale ci si voglia iscrivere, lo studente dovrà accertarsi delle eventuali modalità di selezione dei candidati: vanno appurate, scadenze, date di sostenimento delle selezioni, materie su cui verteranno. Di qui la più antipatica conclusione: gli studenti che decidano di affrontare un test d’ingresso dovranno necessariamente mettersi ancora sui libri, subito poco dopo l’esame di maturità.

Giusto il tempo di un tuffo in mare!

L’ora di lezione non basta

Galileo aveva vestito il suo occhio con il cannocchiale: ciò gli permise di scoprire la configurazione delle cose celesti. In questo libro l’autore propone di vestire a nuovo le classi delle nostre scuole.Se la formazione è così fondamentale come si dice, allora gli spazi ad essa riservati – nelle scuole di ogni ordine grado – dovrebbero essere curati, dotati di giochi per imparare le varie competenze, di materiali per la matematica, di strumenti per i vari aspetti della lingua, di attrezzi per gli esperimenti scientifici, di libri, enciclopedie, carte geografiche, di computer, tablet collegati a internet e così via. Dovrebbero essere attrezzati anche con materiali d’archivio per raccogliere disegni, articoli, saggi, foto, lettere, video, musica, reperti, interviste e testimonianze, trovando il giusto mix tra cartaceo e digitale. Insomma i bambini e i ragazzi dovrebbero poter vestire i propri sensi, come poté fare Galileo, per fare le loro scoperte. E poi ci sono alcune cose come attaccapanni, zaini, sedie, banchi, cattedra, la stanza dei docenti, “mani alzate”, che sono oggetti con un impatto tutt’altro che lieve sui modi di conoscere e di apprendere. In queste pagine si getta sulla scuola uno sguardo del tutto nuovo, originale, guardando alle cose della conoscenza (le discipline di studio e i campi di esperienza), ma anche alle cose in quanto strumenti della conoscenza. Il tutto su uno sfondo dove corpo e mente, tattile e digitale, individuo e comunità, Terra e Nuvola possano trovare una sintesi che vada oltre: come recita il titolo… L’ora di lezione non basta. Marco Orsi, nato a Lucca, è stato maestro elementare e per lunghi anni dirigente scolastico. Attualmente è coordinatore dei tutor universitari presso il corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria (Università di Firenze). È ideatore e responsabile nazionale del movimento delle scuole “Senza Zaino”. Ha pubblicato numerosi saggi e libri, tra i quali ricordiamo: Scuola, organizzazione, comunità, Brescia, La Scuola (2002); Educare alla responsabilità nella globalizzazione, Bologna, Emi (2002), A scuola senza zaino, Trento, Erickson (2006). Ha curato le linee-guida delle scuole “Senza Zaino”, Un approccio globale al curricolo. Linee-guida per le scuole, Napoli, Tecnodid (2013).Il volume nasce dall’attività di elaborazione, formazione e riflessione dell’Associazione Italiana Cultura Qualità (AICQ), portatrice della mission di diffondere la cultura della qualità nella società. Da molti anni il settore nazionale AICQ SCUOLA, ora EDUCATION, trasmette alle scuole gli strumenti e i metodi della qualità sostanziale, o qualità dal volto umano, nell’organizzazione e nella didattica. Nel 2014 AICQ EDUCATION ha costituito il GLSNV (Gruppo di lavoro sistema nazionale di valutazione) per affiancare le scuole nella realizzazione del d.P.R. n. 80/20

Marco Orsi | 2015 Maggioli Editore

25.00 €  23.75 €

Redazione

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento