Esame Maturità 2017: Terza Prova, cosa c’è da sapere

Terza Prova di maturità, la più temuta: come si svolge? Cosa devo aspettarmi dall’esame?

Redazione 22/05/17
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Siamo ormai vicini alla fine delle lezioni scolastiche e, per gli alunni di quinta superiore, anche all’inizio dell’Esame di Maturità 2017. Tra le varie prove d’esame che si avvicenderanno, la più temuta è sicuramente la c.d. “Terza Prova“, il mega quizzone che per almeno un altro anno continuerà a dare filo da torcere ai nostri maturandi (la nuova struttura dell’Esame di maturità, introdotta nell’ordinamento dai decreti della Riforma Buona Scuola, sarà operativa, infatti solo dal 2019).

Esame di Maturità 2017: come funziona la terza prova?

Ma come funziona la terza prova? Sappiamo già che essa consiste in domande scritte su al massimo cinque delle materie scolastiche svolte durante l’anno. Le risposte date saranno poi analizzate da commissari interni ed esterni. Le modalità di svolgimento della prova, però, restano a discrezione della commissione e del Consiglio di Classe, che preventivamente, rispetto all’inizio degli esami, predispone programmi scolastici e tracce. Nello specifico, la terza prova può consistere in:

  1. trattazione sintetica di argomenti significativi, anche a carattere pluridisciplinare, contenente l’indicazione della estensione massima consentita (numero delle righe o delle parole).
  2. quesiti a risposta singola, volti ad accertare la conoscenza ed i livelli di competenza raggiunti dal candidato su argomenti riguardanti una o più materie, possono essere articolati in una o più domande chiaramente esplicitate. Le risposte debbono essere in ogni caso autonomamente formulate dal candidato e contenute nei limiti della estensione massima indicata dalla Commissione.
  3. quesiti a risposta multipla, per i quali vengono fornite più risposte, tra cui il candidato sceglie quella esatta, possono essere presentati anche in forma di risposta chiusa e prevedere un certo numero di permutazioni di posizione delle domande e delle risposte.
  4. problemi a soluzione rapida, articolati in relazione allo specifico indirizzo di studio e alle esercitazioni effettuate dal candidato nel settore disciplinare coinvolto nel corso dell’ultimo anno.
  5. analisi di casi pratici e professionali, correlata ai contenuti dei singoli piani di studio dei vari indirizzi, alle impostazioni metodologiche seguite dai candidati e alle esperienze acquisite anche all’interno di una progettazione di Istituto caratterizzata dall’ampliamento dell’offerta formativa.
  6. sviluppo di progetti, proposto per quegli indirizzi di studio per i quali tale modalità rappresenta una pratica didattica largamente adottata. In particolare negli Istituti tecnici e professionali, in relazione ai singoli piani di studio, può essere richiesto lo sviluppo di un progetto che coinvolga diverse discipline o la esposizione di una esperienza di laboratorio o anche la descrizione di procedure di misura o di collaudo di apparati o impianti che siano tali da consentire al candidato di dimostrare anche la conoscenza degli strumenti, delle loro caratteristiche e delle metodologie di impiego.

Maturità 2017: quanto può essere complessa la Terza Prova?

Il numero di quesiti che può essere inserito nella prova si differenzia in base alla tipologia. Nello specifico, per ciascuna tipologia, la prova deve prevedere:

  1. a) non più di 5 argomenti per la trattazione sintetica;
  2. b) da 10 a 15 quesiti a risposta singola;
  3. c) da 30 a 40 quesiti a risposta multipla;
  4. d) non più di 2 problemi scientifici a soluzione rapida, tali cioè da non richiedere calcoli complessi;
  5. e) non più di 2 casi pratici e professionali;
  6. f) 1 progetto.

Redazione

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