Statali: oggi l’ok alla riforma per l’assunzione dei precari

Statali: approvato definitivamente oggi dal Consiglio dei Ministri il decreto che stabilizza i lavoratori precari e modifica i licenziamenti.

Redazione 19/05/17
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Finalmente ci siamo: sarà approvata oggi in Consiglio dei Ministri la riforma degli statali che porterà all’assunzione dei precari della pubblica amministrazione. Dal 2018 al 2020 saranno circa 50mila i lavoratori per i quali si procederà alla stabilizzazione dei contratti. Ma non solo: i decreti attuativi della riforma Madia prevedono anche nuove norme sui licenziamenti, una modifica al codice disciplinare e il passaggio all’Inps delle visite fiscali.

Vediamo le novità più importanti nel dettaglio.

Per approfondire, visita la nostra sezione dedicata alla Riforma della Pubblica Amministrazione.

 

La stabilizzazione dei contratti dei precari

Punto principale dei decreti attuativi della riforma Madia da approvare oggi è la stabilizzazione dei contratti dei lavoratori statali precari. Per l’esattezza, dal 2018 al 2020 dovranno essere integrati con nuovi contratti circa 50mila lavoratori che hanno prestato servizio nella Pubblica Amministrazione per almeno3 degli ultimi 8 anni.

Con una differenza, però: mentre chi è entrato per concorso potrà essere assunto dalla P.a. direttamente, per tutti gli altri statali è prevista una riserva del 50% nelle future prove. Previste, inoltre, delle finestre per i lavoratori il cui contratto è scaduto dopo l’entrata in vigore della legge delega ma prima di quella del decreto.

I nuovi licenziamenti e la riforma del codice disciplinare

Molto importanti anche la riforma del codice disciplinare dei dipendenti e le nuove regole sul licenziamento. Salgono, innanzitutto, da sei a dieci i casi di infrazione che possono portare al licenziamento: false timbrature, assenze ingiustificate e false dichiarazioni, quindi, ma anche violazioni gravi e reiterate dei codici di comportamento, scarso rendimento a causa di reiterate violazioni e più ingenerale “costanti valutazioni negative“. I decreti precisano comunque che per arrivare al licenziamento le valutazioni negative dovranno ripetersi per tre anni di fila.

Le visite fiscali passano all’Inps

A partire dal 1° settembre, poi, le visite fiscali passeranno dalle Asl direttamente all’Inps, con la creazione di un nuovo Polo Unico.

il compito di verificare lo stato di malattia del lavoratore sarà quindi trasferito all’Istituto di prevenzione sia nel settore pubblico sia in quello privato. Questo per garantire una maggiore efficacia delle visite e, quasi sicuramente, norme più rigide alle quali il lavoratore dovrà attenersi. L’intento è quello di combattere in maniera più efficace l’assenteismo e le false certificazioni.

Tempi più lunghi per il recupero del salario accessorio

Importante per molti lavoratori, infine, la norma che prevede l’allungamento dei tempi di recupero del salario accessorio riconosciuto negli anni scorsi ai dipendenti di Regioni ed enti locali ma poi giudicato illegittimo dalla Corte dei Conti. Le opzioni concesse per l’allungamento dei termini sono due: la P.a. può aumentare il numero di rate di recupero previste in modo da evitare tagli superiori al 25% del fondo per le voci accessorie dello stipendio, oppure può semplicemente concedere ai lavoratori un periodo supplementare di cinque anni.

 

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