Aborto: la Legge 194 e l’assunzione dei ginecologi non obiettori

Redazione 24/02/17
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Sta creando molto scalpore in questi giorni l’assunzione all’ospedale San Camillo-Forlanini di Roma di due ginecologi per il servizio di interruzione volontaria di gravidanza. Due medici che, ovviamente, non potranno essere obiettori per svolgere il loro lavoro.

Il concorso, fortemente voluto dal governatore del Lazio Nicola Zingaretti, era esplicitamente rivolto all’assunzione di medici che si occupassero di aborto. Questo per garantire il rispetto della Legge 194, garantito sulla carta ma nella pratica spesso difficile per l’altissimo numero di ginecologi obiettori.

Il bando e l’assunzione, tuttavia, sono problematici e potrebbero risultare illegittimi. Vediamo perché.

Il concorso di Roma per l’interruzione di gravidanza

In cosa consisteva, esattamente, il bando di concorso per ginecologi dell’ospedale San Camillo?

Il bando era teso alla selezione di due medici per il servizio di interruzione volontaria di gravidanza, da assegnare “al settore del Day Hospital e Day Surgery per l’applicazione della Legge 194“. Si tratta di una novità importante: nessun concorso ospedaliero era stato precedentemente finalizzato unicamente all’interruzione di gravidanza.

Da questa novità ne deriva poi un’altra, di non minore portata: i due medici vincitori del concorso, proprio perché sono stati finalizzati specificamente per la procedura di aborto, non potranno fare obiezione di coscienza senza rischiare il licenziamento o la messa in esubero.

L’assunzione dei medici non obiettori è illegittima?

Il fine del bando dell’ospedale San Camillo, come specificato anche dal governatore Zingaretti, è chiaro: garantire alle donne l’accesso a un diritto sancito per legge ma sempre più difficile da ottenere a causa della percentuale elevatissima di ginecologi obiettori di coscienza.

In molti, tuttavia, sollevano dei dubbi sull’effettiva legittimità del bando, nelle forme in cui è stato emanato. Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin è tra le prime a intervenire, dichiarando che la legge “non prevede questo tipo di selezione“, ma solo la possibilità di chiedere alla Regione di attingere da altro personale in caso di fabbisogno in uno specifico settore.

No alla selezione che esclude i medici obiettori?

Il problema deriva sostanzialmente dal fatto che un bando che, nella pratica, esclude dalla partecipazione i medici obiettori potrebbe non essere legittimo.

Come argomenta il presidente emerito della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli, “l’obiezione di coscienza è un diritto fondamentale riconosciuto alla persona”, e dunque “non può essere un requisito la rinuncia a questo diritto per partecipare a concorsi pubblici”. In sostanza, quindi, un bando così specifico sarebbe sbagliato in partenza perché di fatto discriminatorio contro coloro che per coscienza non vogliono praticare l’aborto.

Zingaretti: “Il bando non è discriminatorio”

Il governatore Zingaretti, tuttavia, resiste alle critiche e, pur dichiarandosi rispettoso delle altre opinioni, difende l’assunzione dei due medici non obiettori.

Il concorso, spiega Zingaretti, non escludeva “in partenza” gli obiettori: semplicemente, esplicitava chiaramente la funzione che i medici sarebbero stati chiamati a svolgere. In questo caso, appunto, l’interruzione di gravidanza. Inoltre, afferma Zingaretti, la legge prevede la predisposizione di bandi nei quali i contratti sono finalizzati a uno specifico obiettivo.

Il caso, sicuramente, continuerà a far discutere. Per capire meglio quali saranno le conseguenze dell’assunzione dei due medici non obiettori si dovrà attendere le prossime settimane.

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