Riforma Pensioni: ecco le principali novità della Legge di Stabilità 2017

Redazione 13/10/16
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Con la Legge di Stabilità 2017 si prevede di render operativo il corposo “pacchetto” sulla Riforma Pensioni.

Ma che cosa cambierà, concretamente, per chi vuole andare in pensione il prossimi anno?

Per saperne di più si consiglia RIFORMA PENSIONI: GUIDA ALLE NOVITÀ

In settimana è atteso l’annuncio ufficiale del via libera al ‘pacchetto’ contenente le misure in materia previdenziale.

Di seguito, si riporta, la guida sui principali punti di riforma previsti in tema di pensioni: dall’anticipo pensionistico, alla quota 41, fino all’ampliamento della quattordicesima e della no tax area.

Pensione anticipata: APE

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Il fulcro della riforma pensioni 2017 è l’anticipo pensionistico, detto APE, attraverso il quale viene introdotta la possibilità per tutti i lavoratori, dipendenti ed autonomi, di accedere alla pensione anticipata a 63 anni, fino a un massimo di 3 anni e 7 mesi prima rispetto all’ordinaria pensione di vecchiaia.

Questo Anticipo funzionerebbe come un vero e proprio prestito bancario e non come una normale misura di salvaguardia: in tal senso, l’APE (pari fino a un massimo del 95% dell’intero importo) dovrà essere restituito a rate non appena si raggiungono i requisiti maturati per il pensionamento.

Come andare prima in pensione? Quanto bisogna pagare?

Per l’anticipo pensionistico, il prestito erogato dalle banche dovrà essere reso in 20 anni, dopodiché la pensione tornerà integra. I lavoratori, quindi, usufruendo del provvedimento, dovranno anche accettare un taglio della pensione che potrà variare a seconda dell’importo dell’APE richiesto e degli anni di anticipo pattuiti.

Come anticipato dai tecnici del Governo, la penalizzazione media sarà pari al 5-6% dell’assegno di pensione; tuttavia, per chi va in pensione a 63 anni usufruendo di tutti i vantaggi previsti, la cifra massima potrà aggirarsi intorno al 20 o 25%.

Quando la pensione anticipata non costa nulla

L’APE sarà a carico dello Stato per quanto riguarda i lavoratori che si trovano nelle condizioni più disagiate: in questo caso si parla di APE social. Infatti, chi percepisce redditi molto bassi, è disoccupato senza ammortizzatori sociali, svolge lavori rischiosi o usuranti o ancora, più genericamente, si trova “in condizioni soggettive di bisogno” non dovrà pagare né il capitale anticipato né assicurazione ed interessi.

Precoci e Quota 41: cosa cambierà

Anche la richiestissima “quota 41” per i lavoratori precoci, i cittadini che hanno iniziato a lavorare ad età molto basse maturando svariati anni di contributi prima degli altri lavoratori, è ufficialmente in dirittura d’arrivo.

Grazie alla riforma pensioni, infatti, i precoci potranno andare in pensione raggiunti i 41 anni di contributi, a prescindere dall’età anagrafica. Attenzione, però, perché sarà necessario aver lavorato (e versato i contributi) per almeno 12 mesi prima dei 19 anni.

Considerando che, ad oggi, il requisito per accedere alla pensione anticipata è pari a 41 anni 10 mesi di contributi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini, la quota 41 garantirebbe quindi uno sconto di 10 mesi per le donne e di 1 anno e 10 mesi per gli uomini.

Pensione anticipata lavori usuranti: cosa cambierà

Nel pacchetto pensioni della prossima Legge di Stabilità si prevede anche di inserire una pensione anticipata per chi svolge lavori particolarmente faticosi e usuranti, oppure a turno notturno per almeno 78 giorni l’anno.

Con la nuova misura si dovrebbe semplificare la documentazione da esibire all’INPS e si dovrebbe cancellare il requisito, oggi invece richiesto, di essere stato impiegato in un lavoro usurante nel corso dell’ultimo anno di contribuzione prima della pensione.

Inoltre, tale agevolazione prevede l’eliminazione del periodo di attesa di maturazione dei requisiti di 12 o 18 mesi.

Pensioni minime e Quattordicesima: cosa cambierà

Ad oggi, la quattordicesima spetta ai pensionati che hanno un’età pari o superiore a 64 anni e un reddito personale non superiore a una volta e mezzo il trattamento minimo, ricalcolato annualmente. La soglia annuale corrispondente a una volta e mezzo il trattamento minimo, oggi, è pari a 9.786,86 euro e il valore massimo della quattordicesima è di 504 euro.

Con l’ampliamento previsto nella pacchetto di riforma pensioni della Legge di Stabilità 2017 tale beneficio dovrebbe essere esteso ai pensionati che percepiscono fino a 13mila euro lordi di pensione annua; oltre a ciò, poi, l’importo dovrebbe aumentare fino a 600 euro.

No tax area: cosa cambierà

Infine, con il nuovo pacchetto pensioni, è previsto anche un ampliamento della cosiddetta “no tax area”, la soglia al di sotto della quale non si pagano le tasse, a 8.124 euro lordi l’anno.

Attualmente, il limite è di 7.750 euro per i pensionati al di sotto dei 75 anni e di 8mila euro per tutti gli altri; l’aumento a 8.124 euro porterebbe la soglia allo stesso livello dei lavoratori dipendenti. Inoltre, l’innalzamento della soglia avrebbe effetto anche su tutti i pensionati, e non soltanto su coloro che hanno un reddito inferiore agli 8.124 euro.

Infatti, l’esenzione dalle tasse riguarda la prima parte del reddito per tutti i contribuenti che percepiscono fino a 55mila euro lordi l’anno.

Redazione

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