L’impiego del redditometro nella lotta all’evasione fiscale

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Lo strumento

Nel piano di contrasto all’evasione fiscale, l’Agenzia delle Entrate si prepara a inviare ai contribuenti apposite comunicazioni contenenti richieste di informazioni e chiarimenti relativamente a elementi di spesa che consentano la determinazione, in via sintetica, di un maggior reddito rispetto a quello dichiarato e, quindi, a fornire giustificazioni sulle incongruenze reddituali riscontrate dall’Amministrazione finanziaria.

Lo strumento adottato dall’Amministrazione finanziaria è di tipo presuntivo e ipotizza che ciò che è stato speso nel periodo d’imposta sia stato finanziato con i redditi conseguiti dal contribuente nel medesimo periodo.

La disciplina è contenuta nel comma quinto dell’art. 38 del D.P.R. 29 settembre 1973 n. 600, il quale dispone che la determinazione sintetica del reddito complessivo delle persone fisiche può essere fondata sul contenuto induttivo di elementi indicativi di capacità contributiva, individuati mediante l’analisi di campioni significativi di contribuenti, differenziati anche in funzione del nucleo familiare e dell’area territoriale di appartenenza, con apposito decreto del Ministero dell’economia e delle finanze da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale.

Con la pubblicazione del Decreto a cura del Ministero delle Finanze in data 16 settembre 2015, è stato ulteriormente precisato il contenuto degli elementi indicativi di capacità contributiva sulla base dei quali può essere fondata la determinazione sintetica del reddito o del maggior reddito complessivo delle persone fisiche, applicabile agli accertamenti dei redditi per gli anni d’imposta a decorrere dal 2011.

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Quali sono le spese monitorate?

Con il termine “elementi di spesa indicativi di capacità contributiva a contenuto induttivo” deve intendersi la spesa sostenuta dal contribuente per l’acquisizione di servizi e di beni e per il relativo mantenimento. In apposita tabella allegata al citato Decreto, sono stati riepilogati gli elementi di spesa, con natura di consumi e investimenti, sottoposti al controllo del fisco.

In particolare, sono monitorate le spese per gli immobili, per la scuola e l’istruzione, i costi per i trasporti e gli automezzi, i redditi da investimenti finanziari, i contributi previdenziali e assistenziali, le spese sanitarie e quelle per il tempo libero. Il contenuto induttivo di tali elementi è determinato tenendo conto della spesa media per gruppi e categorie di consumi, del nucleo familiare di appartenenza, del contribuente secondo l’area territoriale di residenza, mentre non sono più utilizzabili le medie ISTAT in quanto ritenute – dal Garante della Privacy – non idonee a stimare presuntivamente le spese sostenute dal contribuente e dalla sua famiglia.

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L’Agenzia delle entrate, con lo strumento di accertamento del redditometro, prende in considerazione il possesso o la disponibilità di beni, da parte del contribuente, per attribuire un determinato reddito ed una determinata capacità contributiva. Per fare questo procedimento logico-deduttivo, l’Ufficio utilizza appositi coefficienti e tabelle stabiliti, per le varie annualità, da un decreto ministeriale del Ministero dell’economia e delle finanze. Così facendo, individua una sorta di reddito “congruo” in relazione al mantenimento di ogni bene.I redditi calcolati, ridotti ad esempio dalle spese di produzione del reddito od altro, costituiscono il reddito sintetico complessivamente accertato da attribuire ad un determinato contribuente ed al suo nucleo familiare.Come vedremo è stato emanato un “nuovo redditometro”, ovvero nuovi parametri di calcolo del reddito attraverso gli indici di capacità contributiva che devono basarsi su “elementi certi” relativi a beni reali, quali abitazioni ed autoveicoli.Francesco Verini, Ha svolto le funzioni di Giudice Tributario in grado di appello a L’Aquila. Componente, in rappresentanza delle professioni economiche, dell’Osservatorio Regionale per gli Studi di Settore presso l’Agenzia delle entrate – Direzione Regionale Abruzzo. Economista. Libero Docente di Economia e Docente di Diritto Processuale Tributario in diversi Master e Corsi di aggiornamento.

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Riepilogando

L’agenzia delle Entrate può, pertanto, ricostruire sinteticamente il reddito del contribuente avvalendosi dei soli dati relativi alle spese analiticamente tracciate di ammontare certo e già conosciute dal fisco – ad esempio, affitti, mutui, polizze, iscrizioni a circoli, contributi per collaboratrici domestiche e baby sitter – e alle spese per elementi certi le quali, anche se non esattamente riscontrate, devono considerarsi sostenute dal contribuente in quanto derivano da elementi di cui dispone, come la casa, il possesso di animali domestici e non o l’automobile, il cui possesso non può non generare determinate uscite (assicurazione, tassa di possesso, utenze, ecc.).

Sono, inoltre, considerate le spese per incrementi patrimoniali sostenute per investimenti effettuati nel periodo d’imposta, al netto delle eventuali dismissioni e la quota di risparmio formatasi nell’anno. Si considerano sostenute dal contribuente anche le spese relative ai beni e servizi effettuate dal coniuge e dai familiari fiscalmente a carico, mentre non sono rilevanti le spese per i beni e servizi se gli stessi sono relativi esclusivamente ed effettivamente all’attività di impresa o all’esercizio di arti e professioni, sempre che tale circostanza risulti da idonea documentazione.

Il redditometro impiega il patrimonio informativo disponibile nell’Anagrafe Tributaria, arricchito dai dati provenienti dalla comunicazione telematica all’Agenzia delle Entrate delle operazioni rilevanti ai fini dell’IVA effettuate nei confronti del consumatore finale, per misurare la spesa complessiva ed effettiva del contribuente, in relazione al dichiarato.

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