Pensione Anticipata 2016: slitta l’ultimo confronto. Cosa si attende?

Redazione 21/09/16
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Dopo il rinvio di ieri, è atteso per martedì 27 settembre l’ultimo tavolo di confronto tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni in vista delle Legge di Stabilità 2017.

Da definire, tra gli altri, gli ultimi dettagli sull’anticipo pensionistico (Ape) e la possibilità di usufruire della rendita integrativa temporanea anticipata (Rita).

Vediamo qual è lo stato attuale delle riforme.

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La pensione anticipata Ape

L’anticipo pensionistico Ape è la misura principale che dovrebbe riformare dall’anno prossimo il sistema delle pensioni.

L’Ape introdurrà la possibilità di poter accedere alla pensione anticipata a 63 anni nel 2017 per i lavoratori nati tra il 1951 e il 1953 e nel 2018 per i nati tra il 1952 e il 1955. Un anticipo, dunque, fino a 3 anni e sette mesi rispetto ai requisiti di vecchiaia standard. L’Ape verrà introdotta, per il momento, in via sperimentale per i prossimi due anni ma sarà valida per tutti i lavoratori, dipendenti e autonomi.

Ape volontaria e Ape concordata

L’Ape “volontaria”, la pensione anticipata vera e propria, consiste nella possibilità per il lavoratore di andare in pensione tre anni prima di quanto previsto dalla legge. In questo caso, il più comune, l’Ape funzionerebbe come un anticipo e non come una vera e propria misura di salvaguardia: l’anticipo pensionistico dovrà essere restituito, a rate, non appena si saranno raggiunti i requisiti maturati per il pensionamento.

Per ogni anno di anticipo richiesto, il lavoratore pagherà il 5% o il 6% dell’assegno di pensione, da restituire in 20 anni. Se si è andati in pensione 3 anni e 7 mesi prima, il massimo previsto, la quota oscillerà quindi tra il 20 e il 25%.

L’Ape concordata con il datore di lavoro, invece, può essere utilizzata in casi di crisi o ristrutturazione dell’azienda, con oneri del rimborso a carico di quest’ultima. Dati più precisi al riguardo, tuttavia, non sono ancora stati forniti.

L’Ape social

La cosiddetta “Ape social”, infine, dovrebbe essere riservata ai disoccupati senza ammortizzatori o con reddito molto basso e ai lavoratori considerati “meritevoli” (operai edili, infermieri, forse le maestre d’asilo). In questo caso l’anticipo sarebbe a carico dello Stato per coloro che riceveranno un assegno pensionistico inferiore ai 1.300-1.400 euro lordi. Per i meritevoli invece l’onere del rimborso sarebbe abbattuto, visto che si tratterebbe di lavoratori con almeno 62 anni e 36 di contributi.

La rendita integrativa temporanea anticipata (Rita)

Chi ha aderito a un fondo pensionistico complementare potrebbe anche finanziare l’Ape almeno in parte sfruttando la rendita integrativa temporanea anticipata (Rita).

I lavoratori, in sostanza, potrebbero ricevere anticipatamente la pensione integrativa, impiegandola per diminuire (o persino azzerare) la necessità dell’anticipo dell’Ape. L’anticipo della rendita sarebbe in questo caso sottoposto a tassazione agevolata (tra il 15 e il 9% in luogo dell’attuale 23%).

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